PADRE PIO – IL SANTUARIO DI SAN PIO A SAN GIOVANNI ROTONDO .

La chiesa di Padre Pio (o santuario di San Pio) a San Giovanni Rotondo è realizzata su commissione dall’Ordine dei Frati Minori Cappuccini provinciali di Foggia,  i quali ne affidano la progettazione all’architetto italiano Renzo Piano; lo scopo è di contenere degnamente le tante migliaia di pellegrini che, ogni anno, affollano la chiesa conventuale, divenuta ormai piccola per accoglierli tutti. Provengono da tutta Italia e, moltissimi, anche dall’estero, per rendere onore a Padre Pio e pregare sulla sua tomba. I lavori sono stati quasi tutti finanziati dalle offerte dei pellegrini e dei tantissimi fedeli.

E’ oltre  6000 mq. e contiene, all’incirca, 7000 persone; è, per ora, una delle più gradi chiese esistenti in Italia. Per la sua realizzazione, si è reso necessario creare n consorzio di ditte ed aziende con compiti diversi per evitare dispersioni di lavoro e di tempo e, nel contempo, unire tutte le forze e le strutture necessarie alla costruzione: il cosiddetto consorzio “Fabbrica della chiesa”.

La chiesa è stata inaugurata ed aperta al pubblico, alla presenza di una  marea di fedeli, pellegrini, curiosi ed autorità religiose e civili, dopo circa dieci anni di lavori, in data 1º luglio del 2004 (la stessa in cui è stata inaugurata nel 1959 la chiesa di Santa Maria delle Grazie); è dedicata a san Pio da Pietrelcina.

Una tale costruzione, però, è stata molto criticata; tantissimi han detto che è una struttura architettonica molto grande, moderna ma senza alcun pregio artistico e religioso; ancor peggio quando è definita una struttura più idonea ad uno stadio di calcio che ad un luogo di culto. Ha deluso le aspettative di tutti coloro che si aspettano la realizzazione di una chiesa con una bella forma classica e solo qualche piccolo ritocco di modernità.

E’ stata costruita nelle immediate vicinanze del precedente santuario e convento in cui Padre Pio è vissuto; i lineamenti  della sua struttura assumono la forma del nautilus – un mollusco che vive nelle profondità marine dell’Oceano Pacifico ed Indiano -, la sua pianta si ispira alla spirale di Archimede, con il fulcro (il perno) incentrato nell’aula liturgica, proprio dov’è posta l’altare.

Attraversando un ampio viale si accede anche ad un grande sagrato, dedicato al papa Giovanni Paolo II, di forma triangolare,  alla fine del quale si trova un’enorme un’enorme che è l’ingresso del Santuario. Il sagrato, di circa 8000 mq, è in leggera ascesa, come a significare l’invito della Chiesa ai suoi fedeli; al lato sud di esso, si trova la croce in pietra alta 40 metri, dono della Regione Puglia, che è composta da 56 blocchi di pietra, l’uno diverso dall’altro, per la parte in verticale, e da altri 14 per i due bracci; accanto ad essa vi sono le otto campane sostenute da nove colonne, che completano una delle novità e delle modernità della nuova chiesa di a Pio: il campanile orizzontale; anche gli otto aquilotti, posti al lato ovest della grande vetrata, sono in pietra bianca e rappresentano la rigenerazione operata dalla divinità; sul lato nord è delimitato un boschetto, in cui sono stati interrati 24 piante di ulivo secolare, che rappresentano i 12 apostoli ed i 12 profeti principali, che conduce, alla fine, sul piazzale del vecchio santuario di Santa Maria delle Grazie e verso l’interno del paese.

Sempre sullo stesso versante si trovano le 12 vasche trapezoidali, che rappresentano il fiume Giordano, che portano l’acqua alla fonte battesimale di forma ottagonale.

La realizzazione è avvenuta con l’utilizzo della pietra di Apricena sia perché è considerato un semplice elemento decorativo e sia per dare sicura e perfetta resistenza alla struttura, atteso che la zona di San Giovanni Rotondo è ad alto rischio sismico; infatti, la struttura è stata messa in condizioni tali da poter resistere di fronte ad una forza scatenata di scosse telluriche  anche sei volte superiori alla norma.

La copertura del santuario è di colore verde–rame,  pre – ossidato, cioè è stato creato prima quello strato di ossido che, in genere, ricopre tutti i metalli che sono esposti all’aria e ad altri agenti atmosferici; tale copertura è più bassa dal lato della sagrestia e raggiunge quello più alto dal lato della grande vetrata che affaccia sul sagrato.

All’interno della chiesa, o santuario, sono stati realizzati 22 archi in pietra di Apricena, con l’inserimento al loro interno di cavi per determinarne la precompressione, che evita, così, il cedimento della struttura; altro importante fattore di sicurezza è l’incollamento dei blocchi di pietra avvenuto con l’utilizzo di una speciale malta, mista a fibre di acciaio che, in caso di scosse telluriche, ne assorbe l’eccesso di energia.

Gli archi sono disposti, a forma di raggiera partendo dal centro, in due file, una interna e l’altra esterna; sono sfasati  e perdono, gradualmente, luce ed altezza dal lato del sagrato verso la sagrestia.

L’arco più imponente, largo quasi 50 metri ed alto più di 15, è quello in direzione del sagrato; è, forse, anche il più grande al mondo fra quelli realizzati in pietra, come materiale portante, i cui blocchi di estrazione sono stati sottoposti ed hanno superato i più rigidi e severi controlli per raggiungere il massimo livello di sicurezza, grazie anche, e soprattutto, alle moderne tecnologie ed attrezzature in materia di edilizia di elevata portata.

Nella sala liturgica troviamo l’altare bianco rovesciato, a forma di piramide, posto più in basso rispetto alla seduta dei fedeli; su di essa è sospesa la grande croce moderna in bronzo dorato, che viene illuminata da un apposito foro nel soffitto, da cui trapela la luce naturale; entrambe le opere sono dell’architetto romagnolo Arnaldo Pomodoro.

Per decorare la chiesa, i frati hanno richiesto l’esecuzione di opere a tanti artisti, famosi e specializzati nel campo; tra le tante si possono additare le decorazioni della vetrata, le varie opere scultoree che decorano l’interno della chiesa ed il particolare campanile orizzontale.

-) La vetrata ha una decorazione che riporta una scena dell’apocalisse, riprodotta su 500 tende alimentate da motore e tutte uniformemente armonizzate, in modo tale da consentirne la loro  apertura o la chiusura; le tende delle file orizzontali possono essere manovrate indipendentemente le une dalle altre, per regolare, nella sala liturgica, la luce in base alla posizione del sole. E’ formata da più di 100 infissi mobili, i quali, posti in posizione orizzontale, consentono, soprattutto nei momenti di maggiore affluenza di fedeli, a chi si trova sul sagrato, di avere una vasta visione dell’interno della chiesa.

Per la loro realizzazione è stato utilizzato un tessuto Trevira, che è un tessuto ignifugo e di massima sicurezza; ugual materiale viene usato anche per i missili lanciati  nello spazio.

-) Il caratteristico campanile orizzontale è costituito da otto campane, realizzate dalla Pontificia Fonderia Marinelli di Agnone (CB – Molise), offerte dai devoti, collocate ed  interposte a nove colonne. Le campane sono dedicate a vari santi francescani; in particolare, la terza a partire dalla campana più lontana dalla croce è dedicata allo stesso Padre Pio.

-) la croce è l’unico dono fatto da un ente pubblico, la Regione Puglia; il costo totale è di oltre   3 miliardi di vecchie lire; la progettazione è dello stesso Architetto Renzo Piano. Per dare stabilità e sicurezza ai suoi 40 metri di altezza, così come è stato fatto per gli archi, sono stati  inseriti, tra le pietre, dei cavi di compressione, posizionati ad altezze differenti e in numero inferiore man mano che ci si avvicina alla sua estremità;  dopo ogni otto blocchi di pietra, è stato inserito uno strato di malta rinforzata con le fibre di acciaio (proprio come per gli archi), tenuto in considerazione il fatto che la zona di San Giovanni Rotondo è inserita in quelle ad alto rischio sismico.

La croce padroneggia sull’intera area; quando è illuminata è visibile anche da Canosa di Puglia e da Candela.

-) l’organo a canne, collocato a  lato dell’altare della sala liturgica, è stato progettato e costruito dalla ditta Pinchi di Foligno; è, al momento,  il più grande organo meccanico mai costruito in Italia.

Il suo prospetto è in legno di rovere, la cassa è in legno di abete e, per gli intarsi, è stato utilizzato avorio antico di mammut.

LE CRITICHE

La nuova chiesa è stata oggetto di innumerevoli critiche e commenti, ovviamente negativi, sia durante la sua realizzazione che a lavori ultimati, sia per l’enorme e smisurata spesa affrontata, sia perché, per molti, è in netto contrasto con le tanto decantate regole di povertà del San Francesco di Assisi ed anche di quelle di Padre Pio, al cui ordine apparteneva, e, infine, anche perché si è tenuto in gran considerazione il nome dell’architetto Renzo Piano, progettista e direttore dei lavori, tanto che, per quei molti,  si è oscurata addirittura l’importanza e la notorietà di San Pio stesso.

E’ un monumento smisurato oltre ogni considerazione umana, con uno sperpero di denaro, seppure trattansi di offerte di fedeli, devoti e pellegrini, i quali, secondo la loro opinione e secondo quanto ha insegnato Padre Pio, buona parte di quel danaro sarebbe potuto servire ad aiutare persone bisognose, indigenti e sofferenti.

La critica mossa per la sua spropositata grandezza, è perché ritenuta anche disarticolata, orrenda, priva di ogni riferimento di cristianità da essere individuato facilmente, in netta opposizione con il messaggio di semplicità e di sacrificio: è questo quanto nota Francesco Colafemmina nel suo libro “Il mistero della chiesa di San Pio” e la rivista cattolica “Chiesa viva“, che hanno persino definito la struttura architettonica, nel suo complesso, “un tempio massonico impregnato di simboli satanici ed esoterici.

La cappella dell’eucaristia

E’ adiacente alla sala della liturgia; il tabernacolo dell’altare, al suo interno, è stato realizzato dallo scultore lombardo Floriano Bodini, lavorando un unico masso, pesante più di 40 quintali, di roccia lavica dell’Etna, a cui ha aggiunto delle formelle in argento riproducesti su di esse alcuni tema dell’eucaristia.

Vera innovazione di tecnologia ed arte moderna è il sistema di apertura del tabernacolo: ad aprirlo non vi sono due ante, ma un sistema scorrevole, grazie al quale si spostano di  lato due formelle e compaiono due bracci laterali, che assumono la forma di una croce, al cui centro è posta l’eucaristia.