IL SACRO MONTE di VARALLO SESIA
Il Sacro Monte è un grandissimo complesso, unico nel suo genere, artistico, monumentale e religioso, formato da 44 Cappelle, di cui una dedicata all’ideatore e realizzatore del Sacro Monte sotto riportato, ed una basilica, circondate da giardini – cosiddetti all’italiana – con siepi, aiuole, viottoli alberati, e con due piazze storiche.
L’ideatore è un frate francescano, il Beato Bernardino Caimi (oppure de Chaimis o de Caymo), lombardo, incerte sia la data della sua nascita del 1425 e sia quella della sua morte del 1499; torna in Italia alla fine del XV secolo, dopo una lunga permanenza in Terra Santa, la cui custodia era ed è affidata proprio ai frati francescani, e vuole, fortemente e per quanto possibile, riproporre in Italia la ricostruzione dei luoghi e degli edifici della Palestina, verso i quali, per molto tempo in avvenire, non è più possibile accedervi né in visita né in pellegrinaggio, per la conquista di Costantinopoli da parte dei musulmani dell’impero Turco-Ottomano, guidati dal sultano Mehmet II, soprannominato il Conquistatore, la cui vittoria fa cadere definitivamente l’Impero Romano d’Oriente.
I lavori hanno inizio, sui terreni donati dai maggiorenti di Varallo, cioè dalle persone più autorevoli e facoltose, dalla fine del XV secolo (1481) e si protraggono fino al XVIII secolo, a cui partecipano i migliori ed i maggiori artisti del Piemonte e della Lombardia, e non solo.
Circa settant’anni più tardi, dà il suo impulso e contributo alla progettazione ed ai lavori anche San Carlo Borromeo, che battezza la grande opera “La Nuova Gerusalemme”.
Sono circa una cinquantina gli edifici realizzati in tutto il periodo dell’esecuzione dei lavori, ed ogni cappella realizzata riporta scene della “La vita e Passione di Gesù” ed ognuna di essa custodisce veri e propri tesori d’arte, con i suoi 4000 affreschi e pitture e dei suoi 400 gruppi di statue policrome.
Alla morte del Beato Caimi, avvenuta nel 1499, gli succede Candido Ranzio o Ranzo da Vercelli, dell’Ordine minore degli osservanti di San Francesco, e segue i lavori fino al 1509.
Instancabile ed attivo collaboratore, anzi è forse lui il realizzatore dell’idea di Frate Caimi, è Gaudenzio Ferrari, un valentissimo pittore, scultore ed architetto, originario di Valduggia, Prov. di Vercelli, che presta la sua infaticabile opera fino al 1528; molti sono i suoi capolavori ivi custoditi.
Via via viene abbandonato anche il progetto originario e prende, invece, vita e forma l’idea di far rivivere, cronologicamente, le scene più salienti della vita e passione di Gesù, e non solo riprodurre semplicemente i luoghi e gli edifici della Terra Santa.
Quando viene a mancare il forte impulso di Gaudenzio Ferrari, i lavori subiscono un rallentamento, ma il Sacro Monte è ormai noto ai devoti ed ai fedeli, i quali, in breve tempo, sono in tantissimi ad accorrere a Varallo in pellegrinaggio, tra cui personaggi molto noti all’epoca, quale Sant’Angela Merici, fondatrice dell’Ordine delle suore Orsoline – Francesco Sforza, duca di Milano, e sua moglie Cristina di Danimarca – la contessa Borromeo, la madre di San Carlo Borromeo – e tanti altri.
Tra il 1567 ed il 1568 c’è una piccola ripresa dei lavori, che si incrementa fortemente qualche anno dopo, con l’impulso che, a più riprese, dà San Carlo Borromeo, il quale, nel 1584, soggiorna proprio in quei luoghi per un lungo periodo, preparando i suoi ultimi momenti, sentendosi prossimo a lasciar questo mondo, cosa che avviene di lì a poco a Milano. On lui presente in quel luogo, viene di molto e di meglio conosciuto e visitato il Sacro Monte di Varallo.
I lavori comunque proseguono e non subiscono più battute di arresto e di rallentamento, anche grazie ai nuovi impulsi ed a nuove progettazioni e trasformazioni da parte di chi, successivamente, viene nominato responsabile della direzione dei lavori, soprattutto da parte di Galeazzi Alessi, architetto perugino, che apporta modifiche per la realizzazione di uno spazio urbano con la creazione della piazza ottagonale con al centro la fontana della salvezza.
Per decenni è tutto un andirivieni di artisti e professionisti, locali e non, che si alternano per l’edificazione, per le pitture e per gli affreschi, per le decorazioni, per la creazione delle statue e persino (per la maggior parte dell’ ‘800) per la restaurazione ed il ripristino dei primi edifici e delle prime pitture, che, col passar degli anni, si sono deteriorati; i lavori vanno avanti armonicamente fino al completamento dell’intero complesso.
In tempi più recenti e, di preciso, nel novembre del 1984, in occasione della commemorazione del 4° centenario della morte di San Carlo Borromeo, il Sacro Monte viene visitato da papa Giovanni Paolo II, che vi celebra l’ Itinerarium Crucis e dove passa la notte nella stessa stanza in cui il Santo era solito ritirarsi in preghiera.
Due anni dopo (1986) viene commemorato il 5° centenario della “Fondazione della Nuova Gerusalemme”, alla cui manifestazione partecipano l’arcivescovo di Milano ed il Patriarca di Gerusalemme, Giacomo Giuseppe Beltritti .