Loreto – La leggenda e la storia della Santa Casa.
La tradizione vuole che la celebre e sacra reliquia, che il Santuario di Loreto custodisce al suo interno, sia proprio la Santa Casa di Nazareth, dove la Beata Vergine Maria è nata, è vissuta, ha ricevuto l’annuncio dell’Angelo Gabriele sulla nascita miracolosa di Gesù, fatti e vicende comprovate dalle ricerche storiche ed approfonditi studi architettonici effettuati sia in Italia che in Palestina.
In realtà, la Santa Casa di Loreto ha tutte le caratteristiche costruttive e materiali simili a quella della Casa, custodita nella Basilica dell’Annunciazione di Nazareth, che Giuseppe, Maria e Gesù hanno effettivamente abitato per trenta anni, dopo il rientro dall’Egitto. Tutto accade straordinariamente, sempre secondo la leggenda, nella notte tra il 9 ed il dieci di dicembre del 1294: su una strada che corre nei campi, appare improvvisamente una vecchia casa in pietra, che si consolida sul terreno priva di fondamenta, con sole tre pareti (proprio come la Casa di Nazareth). Straordinariamente le mura perimetrali di questa camera sono semplicemente appoggiate perpendicolarmente sul terreno e la parte, quella senza parete, appoggia, invece, su di un fosso, o meglio, si è posta a chiusura di una grotta.
Dopo oltre sette secoli, la Casa, senza le fondazioni, continua a tenersi in piedi e senza che dia alcun segno di cedimento; è stato murato l’ingresso originario di questa unica camera, ancora ben visibile, e ne è stato aperto un altro, sulla stessa facciata, per consentire un maggior e più facile passaggio alle migliaia di pellegrini e fedeli che, ogni anno, affollano il Santuario lauretano, uno dei più sacri al mondo.
E’ sempre la tradizione che ci dà più notizie misteriose e miracolose; infatti, si vuole che gli Angeli prendono sulle loro spalle la casa di Maria e, in volo dalla Palestina, la trasportano, in un primo momento, a Tersatto, in Illiria – l’odierna Croazia – (Tersatto è oggi un grande rione della città di Fiume, in Croazia). Qui la tradizione vuole che la Santa Casa vi sia rimasta per circa tre anni e mezzo, dal 10 maggio del 1291 alla notte del 9/10 Dicembre del 1294. Però, all’epoca questo luogo è completamente infestato da ladri e pirati e non è certamente idoneo e sicuro per la custodia di una reliquia così sacra ed importante; ritornano, dunque, gli Angeli e, sempre in colo, risollevano la Santa Casa, attraversano il Mare Adriatico e la depositano su un colle di lauri (Loreto) nelle prossimità di Recanati. Nel corso dei secoli sono state effettuate diverse verifiche e scrupolosi studi da parte di storici, archeologi ed architetti, i quali hanno rigorosamente affermato:
1) che le pietre e la composizione chimica della malta adoperata provengono proprio dalla Palestina;
2) che le pietre sono da sempre unite tra loro, senza manomissione e manutenzione alcuna successiva, atteso:
3) che le pareti stesse non mostrano segni di montaggio o smontaggio delle pietre originali.
Tutto questo, così come afferma Padre Giuseppe Santarelli, lo storico del Santuario, è sancito per iscritto in un documento datato nella prima metà del XV secolo; soprattutto oggi – conferma Padre Santarelli – è l’archeologia che ci conferma che quella di Loreto è la Casa della Vergine Maria, studiandone, con meticolosa cura, la struttura durante appositi scavi effettuati tra il 1962 ed il 1965. Dopo i raffronti di carattere edilizio – archeologico è possibile affermare che la Casa è priva di fondamenta; la struttura è uguale a quella della Casa di Nazareth, con le tre pareti originali; manca la quarta parete, così come in Palestina, perché le tre pareti sono antistanti l’ingresso della grotta; le pietre della parte sovrastante la Camera di Loreto, sono di un materiale locale, forse della stessa città Loreto, aggiunte successivamente per rendere più ampia ed ariosa la stessa Camera.
I circa 60 simboli ritrovati sulle pietre sono identici a quelli esistenti a Nazareth; tali graffiti confermano ancor di più l’autenticità, perché sono simboli che usavano (o segnavano con il carbone) i Giudei cristiani in tutta la Palestina secondo la loro cultura. Sono simboli di croci, di croci cosmiche con Tau – il segno della potenza d Cristo -, c’è persino una scritta greca che, tradotta in italiano, significa: “O Gesù Cristo figlio di Dio”, frase tipica della religione giudaica cristiana; la stessa invocazione è stata rinvenuta nella piccola grotta di Conone, che si trova a fianco dell’Annunciazione , all’interno della Basilica di Nazareth. Altra prova delle origini palestinesi della Santa Casa è la lavorazione delle pietre stesse nella parte esterna; lo stile e le rifiniture sono quelle dei Nabatei, un popolo di commercianti arabi vissuto anche all’epoca di Gesù, realizzando costruzioni con lavorazione della pietra in tal guisa: lavorazione della pietra a spiga di pesce oppure a scanalatura irregolare, ben evidenti sia a Nazareth che a Loreto.
LA STORIA, invece, dà una versione ben diversa e più reale degli avvenimenti prodigiosi, basandosi su documenti ancora oggi esistenti; ma fatto è che dove la storia non arriva, prevale la tradizione popolare a colmare i vuoti.
Il mistero della Santa Casa è legato alla 9ª ed ultima Crociata, quando, nel 1291, i crociati vengono definitivamente cacciati dalla Palestina; questi, prima di lasciare la Terra Santa, diversamente da quanto vuole la leggenda e la fede cristiana, trasportano le pietre della Santa Casa di Maria su nave via mare fin nei pressi di Loreto e poi a Loreto stesso, per volere della nobile famiglia Angeli Comneno, un ramo della famiglia imperiale bizantina. E’ un atto notarile “Chartolarium Culianense” dell’anno 1294 a dar luce sulla vicenda, ritrovato dopo 700 anni, in cui vengono elencati i doni di nozze che Niceforo Angeli Comneno, tiranno dell’Epiro, offre a Filippo, principe di Taranto, quarto figlio di Carlo II d’Angiò, re di Napoli, in occasione del suo matrimonio con Ithamar (Margherita?), figlia di Niceforo.
In questo atto è ben evidente il dono delle “Sante pietre portate via dalla Casa della Nostra Signora, Vergine Madre di Dio”. Subito dopo, nello stesso atto notarile, è aggiunto che viene donata anche una tavola dipinta, raffigurante la “Vergine Maria con in grembo Gesù Bambino”: le sante pietre e la Vergine con il Bambino sono gli elementi essenziali e fondamentali del Santuario di Loreto, anche se non mancano altri elementi, quali cinque croci di stoffa rossa, proprio dei Crociati, trovate murate tra le pietre della Santa Casa di Loreto, nonché alcuni resti di un uovo di struzzo, simbolo del mistero dell’incarnazione in Palestina; infine, le pietre, oggetto continuo del mistero, ed il diverso materiale utilizzato della Santa Casa non sono manufatti reperibili nell’edilizia né marchigiana e né italiana (tranne i mattoni utilizzati per completare la parte superiore della Camera.
Ma, comunque, questa Santa Casa di Loreto è da tutti considerata l’unico vero e proprio miracolo architettonico esistente, perché nessun altro edificio al mondo è in rado di reggersi in piedi, per secoli, con mura alte tre metri, senza le fondamenta, senza subire crepe o segni di cedimento nel corso di oltre sette secoli. Ancor di più mistero nel mistero è il fatto che la Vergine adorate nel Santuario sia nera, così come le divinità venerate dai pagani, per i quali la dea madre, Iside, e la luna sono nere; ed è proprio di lune nere è ornata anche la veste della statua della Beata Vergine.
E’ forse un altro segno misterioso che i Templari hanno voluto lasciare in questo luogo, assieme alla Santa Casa, oppure è un chiaro segno, dagli stessi volutamente lasciato, sul quale sia la fede che la leggenda hanno predominato, facendo perdere, nel corso dei secoli, quei pochi brandelli di storia che si conoscevano?