La Santa Casa di Loreto e La Madonna Nera.
Oltre ad ammirare l’altare maggiore ed il pulpito del Santuario, ricavati da due monoliti di marmo e realizzati in occasione dell’Anno Santo del 2000 dallo scultore lombardo Florione Bodini, in fondo alla Basilica si trova la Santa Casa, a cui è stato aggiunto l’altare all’interno della stessa nel posto n cui mana la quarta parete della Camera, che dà, come a Nazareth, sulla bocca della grotta.
La Santa Casa è una piccola costruzione di 9,5 mt. di lunghezza x 4 mt. di larghezza x 3 mt. di altezza, che custodisce l’originaria sacra immagine della Beata Vergine Nera di Loreto del XVI secolo, che viene trafugata da Napoleone Bonaparte, il quale, nel 1797, assiste e coordina personalmente i suoi soldati durante la fase del saccheggio di oggetti sacri, di oro e d’argento, del Santuario.
Viene così sostituita con altra statua in legno di pioppo, che, oggi, viene conservata a Cannara (PG), ritenuto l’unico esemplare realizzato e venerato durante il periodo napoleonico nella Santa Casa, anneritosi, nel corso degli anni, dal fumo delle lampade ad olio e dalle candele, accese per devozione dai fedeli; per l’assunzione di tale aspetto, anche questa statua fu venerata come la Madonna Nera.
La statua rubata da Napoleone viene, poi, restituita col “trattato di Tolentino o pace di Tolentino”, un accordo diplomatico tra Francia e Stato Pontificio del 19 febbraio del 1797, tra Napoleone ed il papa Pio VI; la statua viene restituita a Roma e, da qui, viene poi trasportata a Loreto nel 1801, con un viaggio, denominato da Madonna Pellegrina durato otto giorni.
Nel 1921, però, un incendio distrugge la statua e, nel 1922, viene realizzata, per espressa volontà di papa Pio XI, l’attuale sacra icona, ricavata da un legno di cedro del Libano, di colore molto scuro, tanto da non discostarsi dal colore della precedente statua, utilizzando un albero dei giardini del Vaticano. E’ realizzata a Roma dallo scultore Enrico Quattrini, originario di Collevalenza, una frazione di Todi (PG) e colorata dal pittore Leopoldo Calani. In quello stesso il Papa la incorona e la fa trasportare a Loreto.
L’immagine della Beata Vergine è completamente ricoperta da un mantello (la dalmatica), che lascia visibili soltanto il volto della Madonna ed il Bambino tenuto sul braccio sinistro. I colori del mantello sono nero, bianco, rosso e giallo oro, intarsiato da finissimi ricami in fili d’oro e da gemme preziose; nelle cinque semilune nere, guardando dal basso verso l’alto, si notano una croce, un volto di demone mostruoso, sotto il quale una “M” ed una “A” intrecciate tra loro e sormontate da una corona e, infine, una luna a forma di falce. L’ultimo in alto è un triangolo rosso con la punta verso il basso.
In molti affermano, in senso metaforico, che la Madonna Nera rappresenta la “forza primordiale della natura che ha in sé la fonte della vita eterna; è la Madre Universale, la Madre di Cristo, con il quale diventa tutt’uno in un abbraccio di Amore infinito”.