Pompei Le sacre reliquie e la loro donazione.

COSA SONO LE SACRE RELIQUIE – LA STORIA DELLA DONAZIONE.

Le sacre reliquie sono due: (a) una spina, impregnata di sangue, che si voglia sia una delle tante che formavano la sacra corona che è stata posta sul capo di Gesù, quando, ironicamente beffeggiato e proclamato dai soldati re dei Giudei, fu condannato a morte, e (b) un pezzo di legno della croce su cui fu inchiodato Gesù.

Possessore di queste reliquie era la famiglia Ciccodicola di Arpino, in  (provincia di Frosinone, capitanata dal colonnello di artiglieria Federico Ciccodicola, che all’epoca dei fatti rivestiva il grado di Maggiore, il quale, munito di pieni poteri, rappresentava Sua Maestà il Re d’Italia  – Umberto I° – presso la Corte  del Negus Menelik , imperatore dell’Etiopia . Il 29 settembre del 1902 i componenti la famiglia Ciccodicola si resero autori di generoso gesto di donazione offrendo al Santuario di Pompei le due preziose reliquie. Questo è quanto si legge nel “Calendario del Santuario e delle opere di beneficenza cristiana di Pompei del 1950”.

A consegnare i preziosi doni furono i fratelli Mons. Edoardo  e Roberto Ciccodicola, unitamente alle antiche autentiche, una datata 1° aprile 1974, riferita alla spina, ed un’altra datata 6 novembre 1784, riferita al pezzo di legno della croce..

Prima della famiglia Ciccodicola, le reliquie erano in possesso dell’Arcivescovo di Chieti Mons. Luigi Manzo, fino alla fine del 1799, anno in cui scoppiò una rivoluzione civile. Mons. Manzo pensò subito di mettere al sicuro le reliquie, consegnandole a sua nipote, la Marchesa Mariannina Manzo, madre dei Signori Ciccodicola di Arpino, fra cui Mons. Eduardo.

La più preziosa delle due reliquie è la spina intrisa di sangue, lunga circa tre centimetri, perché è molto rara – altre spine insanguinate sono conservate: una a Bari nella basilica di San Nicola, sulla quale il sangue coagulato si scioglierebbe in precise date dell’anno; un’altra è conservata nella chiesa di Andria, in provincia di Barletta – Andria – Trani, la quale sanguina e fiorisce nel giorno del venerdì santo; un’altra è conservata nella chiesa della Santa Spina a Petilia Policastro, in provincia di Crotone; un’altra è conservata nel Duomo di Cagliari, e, infine, ben due ben custodite a Pisa nel Museo dell’Opera del Duomo e nella Chiesa di Santa Chiara.

Il reliquiario di Pompei, di oro ed argento, in cui è chiusa la spina ha la forma di una piccola fiala; è una piccola e perfetta opera d’arte di ottima fattura e di abile cesellatura. Intorno al basamento sono stati incisi i simboli rappresentati la Passione di Gesù.

Il reliquiario che contiene il pezzetto del Legno della Croce su cui morì Gesù, è quasi simile a quello che contiene la spina, tranne che nella parte superiore che è a forma di croce.

A ricordare in eterno questa generosa offerta, così come è scritto negli obblighi annuali del Santuario, ogni anno, nel giorno del Venerdì dopo le Ceneri, giorno in cui la Chiesa commemora la Coronazione di Spine di nostro Signore, le due reliquie vengono esposte al pubblico nella Basilica della beata Vergine del Rosario a Pompei, e celebrata una Messa in memoria dell’anima dei benefattori.