PADRE PIO – LE CHIESE E LA CASA NATALE DI PIETRELCINA.
La Chiesa di Sant’Anna
La Chiesa si trova nel rione “Castiello”, costruita nel XIII secolo, ma ricostruita dopo il terremoto del 1688. E’ parrocchia fino al 1843 quando questo titolo passa all’attuale chiesa madre di Santa Maria degli Angeli. Due sono le navate con un soffitto in legno a quadrature dipinte; alcune sculture, sempre in legno, sono conservate nella navata minore.
Sotto l’altare di Sant’Anna sono invece conservate le reliquie di San Pio Martire, donate dai feudatari Carafa nel corso dell’anno 1801; Padre Pio fu molto devoto a queste reliquie, perché influirono sulla scelta del suo nome religioso.
In questa chiesa il Santo Frate di Pietrelcina è battezzato il 26 maggio 1887, la cui fonte battesimale è ancora ben conservata, posta a sinistra dell’ingresso principale; e sempre lì riceve la Prima Comunione e, il 27 settembre 1899, all’età di dodici anni, è cresimato.
Chiesa di Santa Maria degli Angeli
Anche questa chiesa è stata distrutta dal terremoto del 1688; quando è ricostruita, viene ampliata a tre navate, con pianta a croce greca; sede parrocchiale dal 1843. Qui è venerata la Madonna della Libera, patrona di Pietrelcina.
La statua in legno della Vergine è di scuola napoletana risalente alla fine XVII secolo; il portale è in bronzo, ed è realizzato nel corso dell’anno 2000: è formato da otto formelle, anch’esse in bronzo, sulle quali sono rappresentati alcuni episodi della storia di Pietrelcina e della vita di Padre Pio.
Nell’arco di tempo dal 1910 al 1916, in questa chiesa si svolge il ministero sacerdotale di Padre Pio, il quale, in data 14 agosto 1914, celebra la sua prima messa.
Convento dei Padri Cappuccini e Museo di Padre Pio
Si trova sul viale Cappuccini, nella località “Gregaria”;la sua costruzione è completata nell’anno 1928, ma venne abitato dai frati solo nel 1947. La realizzazione è avvenuta nel preciso luogo indicato dallo stesso Padre Pio all’arciprete don Salvatore Pannullo.
I lavori furono finanziati dalla ricca benefattrice americana Mary Pyle, nella cui abitazione in San Giovanni Rotondo morirono i genitori del Frate . Di fianco al convento dei frati, c’è la sede di un piccolo museo, in cui sono esposti e conservati diversi oggetti che sono appartenuti a Padre Pio o con lui hanno un qualche legame: c’è la tunica, con tracce di sangue, usata dal santo Frate durante la sua flagellazione settimanale.
La Cappella di San Francesco a Piana Romana
La località di “Piana Romana” è un altro luogo sacro molto caro a Padre Pio; la Cappella in onore di San Francesco d’Assisi, a cui era molto devota la mamma Peppa, è stata costruita nel 1958, nell’area dove prima era la campagna in cui ha lavorato la famiglia dei Forgione; e, precisamente, la cappella è nel luogo in cui vi era la piccola capanna di paglia dove il Santo Frate era solito ritirarsi in meditazione e raccogliersi in preghiera.
Nella Cappella, ad unica navata, è conservato ancora l’olmo, sotto il quale Padre Pio riceve le prime stimmate, che lo stesso Frate descrive in una lettera scritta al suo padre spirituale; a poca distante dalla cappella, si trova il pozzo che fu scavato nel luogo che P. Pio indicò a suo padre, irritato perché non riusciva a trovare l’acqua dove stava scavando, che serviva anche per l’irrigazione dei campi.
Ci sono anche i due macigni di roccia, che Padre Pio chiama “il seggiolone”, sui quali il Frate si adagia comodamente; lì sopra seduto si gode la pace della campagna, legge, studia, medita e prega, ma soprattutto, con quell’aria pura, ossigena i suoi malati polmoni, calmando un poco la tosse che lo tormenta nelle notti fredde che trascorre nella sua stanzetta al “Castello”.
C’è un aneddoto legato a queste due sporgenze di roccia raccontato, sul suo sito, direttamente da Silvio Scocca, figlio di Mercurio Scocca, amico d’infanzia e compare di Padre Pio:
“Michele, il fratello di Padre Pio, lascia Pietrelcina alla volta di San Giovanni Rotondo, affidando la cura del terreno della famiglia e dei pochi arredi rimasti nella casa di campagna. Silvio ripone tutto sopra un solaio, sotto il tetto della masseria.
Quando scorge le due grosse pietre che fuoriescono dal terreno nelle vicinanze dell’Olmo, il mio primo pensiero fu di portarsele davanti casa sua; prende, quindi, una grossa catena, la lega attorno alla pietra più grossa e cerca di trainarla con il trattore. La catena si spezza e così decide di lasciar perdere.
Qualche mese dopo va a far visita a Padre Pio a San Giovanni Rotondo; lo accoglie in modo cortese e gentile, come del resto è solito fare quando vanno a trovarlo i paesani, e poi gli dice, in dialetto: «Guagliò, statte a rrobba toia» (Giovanotto, pensa alla roba tua), accennandogli ad un «seggiolone».
Silvio Scocca, non sapendo cosa fosse il seggiolone, lo rassicura che, comunque, non ha toccato nulla dei mobili che sono stati lasciati alla masseria; Padre Pio gli spiega che «’U seggiolone so’ chelle prete che stanno vicino all’Olmo» (Il seggiolone sono quelle pietre che stanno vicino all’Olmo). Silvio, allora capisce che il Frate si riferisce alle due rocce che stanno vicino all’Olmo e precisa che le voleva portare davanti casa sua, per sederci sopra. E Padre Pio: «Lasciale stare là, che stanno bene dove stanno». E da allora quelle due pietre non sono state più toccate.
Di fronte alla Cappella di San Francesco, a pochissima distanza, è stata realizzata anche l’aula liturgica “Padre Pio”, per meglio contenere la gran massa di pellegrini che affollano Piana Romana.
La Casa natale di Padre Pio
La casa natale di Padre Pio si trova al numero civico 27 di vico Storto Valle ed è costituita da più vani che si affacciano sulla stessa strada.
Nel pavimento della camera da letto è sita una botola che conduceva al magazzino dove riposava l’asino che il padre di Padre Pio usava per andare a lavorare in campagna.
Al numero civico 28 ci sono altri due ambienti: la cucina, con il focolare e con l’arredo originario usato dalla famiglia Forgione, e la camera da letto, che diventa, poi, sala da pranzo. In questa stanza Padre Pio fa le sue prime esperienze soprannaturali; alcune volte è stato sorpreso dalla madre mentre si flagella con una catena di ferro. In questa camera, Padre Pio ha spesso dormito per terra, usando una pietra come cuscino.
La Torretta
Dal lato opposto, a qualche metro di distanza dalla casa natale di Padre Pio, cioè del vicolo pietroso di Storto Valle si trova una fatiscente struttura, che la popolazione ha sempre chiamato “Torretta”, perché, molta probabilmente, è una torretta di guardia o di vedetta, parte integrante dell’antico Castello Baronale, distrutto dal terremoto del 1688. Sulla sommità di questa Torretta, vi è una piccola stanza, molto ristretta, di appena 12,45 mq, il cui accesso è possibile solo attraverso una tortuosa e faticosa piccola scalinata di 17 scalini, scavati direttamente nella roccia viva.
In questa stanzetta Padre Pio ha studiato, ha pregato ed ha riposato durante la sua vita a Pietrelcina o vi ha trascorso alcuni periodi per motivi di salute.