PADRE PIO – LA REVOCA DELLE RESTRIZIONI – ANCORA INDAGINI.

 

 

Poco più di due anni, è il 16 luglio del 1933, Padre Pio riceve finalmente giustizia e ritorna a celebrare la Santa Messa in pubblico, grazie alla revoca delle restrizioni da parte di papa Pio XI, anche il Sant’Uffizio non revoca mai i precedenti decreti di sconfessione del frate, lasciando inalterata la condanna della Chiesa.                                                                                                                                                         Alla notizia che Padre Pio è di nuovo in mezzo ai fedeli e devoti; accorrono a fiumane nella chiesa e nel convento per vederlo, ascoltarlo, ricevere la sua benedizione.                                                                                                                                                                                                      Padre Pio ritorna alle confessioni, prima per i soli uomini, poco più tardi anche per le donne; e non è soltanto gente comune, che viene da tutte le parti, ma vi sono anche tanti personaggi importanti come Maria Josè di Savoia, i reali di Spagna, tanti nobili e tanti blasonati e titolati dei Savoia e dei Borbone.

E’ il 7 ottobre del 1947 quando perde anche il papà Grazio, sempre amorevolmente da lui assistito in casa della ricca americana Maria Pyle.

La gente accorre sempre di più di anno in anno, tanto che, nel 1950, è talmente numerosa che viene predisposta una sorta di prenotazione per le persone che vogliono a tutti i costi essere confessati da Padre Pio.

Il 5 di maggio del 1956 viene inaugurata la Casa Sollievo della Sofferenza, alla cui cerimonia, resa in una forma molto solenne, intervengono diverse autorità sia del mondo ecclesiastico e sia dello Stato italiano.

Papa Pio XII, il 4 aprile del 1957, attribuisce a Padre Pio la carica a vita di direttore della fraternità del Terzo Ordine Francescano “Santa Maria delle Grazie”; gli è, altresì, conferita la guida diretta della Casa Sollievo della Sofferenza.

Il 6 agosto del 1959, la statua della Madonna di Fatima è ospitata per due giorni a San Giovanni Rotondo; Padre Pio, gravemente ammalato, guarisce miracolosamente.

Non muore, però, anche a distanza di tempo, la voce delle malelingue e  dei malvagi; papa Giovanni XXIII dispone nuove indagini, perché informato da Mons. Pietro Parente che afferma di essere in possesso di bobine audio, che registrato momenti particolari in cui Padre Pio si sarebbe intrattenuto con alcune donne.

Il Santo Padre, nonostante le indagini proseguono, è rassicurato e confortato da un suo amico, Andrea Cesarano, arcivescovo di Manfredonia, che definisce Padre Pio “un uomo di Dio, un vero santo ..”, e che il resto sono tutte dicerie e maldicenze.

Tutto ciò viene anche confermato dal nuovo superiore locale di Padre Pio, padre Rosario da Aliminusa, nonché guardiano della comunità di San Giovanni Rotondo; infatti, in diversi suoi rapporti scritti, ha confermato che Padre Pio si è sempre attenuto ai suoi doveri, senza mai disubbidire e mettendo in risalto il suo rigore teologico. Tutto questo convince ed induce papa Paolo VI ad emanare, nel 1964,  l’indulto a favore di Padre Pio, reintegrandolo nel suo ruolo ed a continuare a celebrare la Messa pubblicamente.

Padre Pio si aggrava nel fisico sempre di più e, nel mese di marzo del 1968, è necessario utilizzare la sedia a rotelle per i suoi spostamenti.

Il 22 settembre dello stesso anno, alle 5 del mattino come sua consuetudine, è già in piedi per la celebrazione della santa Messa - è la sua ultima messa -. Infatti, alle 2,30 del giorno successivo, Padre Pio ci lascia per raggiungere il padre suo nell’alto dei cieli.

Tre giorni dopo, il 26 settembre, si tengono solennemente i suoi funerali, a cui partecipano oltre centomila persone.

La polemica sulla veridicità delle stigmate continua ancora nel 2009 in un convegno sulla vita del santo frate a San Giovanni Rotondo, durante il quale il prof. Ezio Fulcheri, docente universitario di anatomia patologica presso l’Università di Genova e di Torino, dichiara di aver esaminato a fondo molto materiale fotografico e documenti vari in merito alle stimmate possedute da Padre Pio e di affermare in nome della scienza e senza ombra di dubbio di non aver conoscenza dell’esistenza di alcuna sostanza chimica che possa tenere aperte ferite di tal portata, così come è successo con le stimmate di Padre Pio per oltre cinquant’anni, impedendo alle stesse di avere complicazioni e gravi conseguenze ai muscoli, ai nervi ed ai tendini. Le dita delle mani, interessate alle stigmate, erano invece sempre affusolate, rosee e pulite; al contrario, con quel tipo di ferite, con fori che  passavano da parte a parte il palmo ed il dorso, dovevano apparire gonfie, tumefatte ed arrossate, provocando un marcato indebolimento o alterazione nella funzionalità della mano stessa. Indipendentemente dal fattore causale, tutto questo non era presente sulle mani di Padre Pio.

Una documentazione fotografica e testimonianze raccolte presso chi ha partecipato, subito dopo la morte del santo frate, ai lavori di preparazione per la sua sepoltura, che affermano che era scomparsa dal corpo ogni forma di stigmate.