PADRE PIO ED I SUOI MIRACOLI.
I miracoli, cioè l’attuazione della volontà di Dio, sono sempre stati compagni fedeli di Padre Pio nel corso della sua vita, che invita tutti coloro che li hanno ricevuti a lodare il Signore, unica forma di ringraziamento per le grazie ricevute. Ecco alcuni episodi ai quali la mente umana non potrà mai dare una spiegazione logica, se non accettarli come eventi sovrannaturali; quelli qui di seguito riportati sono soltanto alcuni degli episodi della vita di Padre Pio, qualcuno tra i più umili e qualcuno tra i più toccanti, ma che, da tutti, si può trarre il giusto significato. Ognuno di noi, una volta letti, li può facilmente ricordare e riportare ad altri, senza andarli a rileggere: sono vicende uniche e semplici vissute dal Santo Frate.
}… E’ datato 1908 il primo miracolo attribuito a Padre Pio: il frate si trova nel convento di Montefusco, quando decide di raccogliere un sacchetto di castagne da mandare a sua zia Daria a Pietrelcina, che gli è molto affezionata. La zia riceve il dono, mangia le castagne e conserva il sacchetto come ricordo.
Una sera di qualche tempo dopo, alla luce con una lampada ad olio, zia Daria sbircia nel cassetto entro cui il marito custodisce la polvere da sparo; accidentalmente, parte una scintilla che dà fuoco al cassetto, che esplode colpendo in pieno volto la povera donna. La zia urla come un ossessa per il dolore lancinante; vuol prendere dal comò qualche panno da mettere sul viso, per alleviare in qualche modo la sofferenza, e sotto mano le capita il sacchetto delle castagne che le aveva donato Padre Pio e che lei aveva conservato per ricordo. Immediatamente il dolore scompare e sul volto, che sarebbe dovuto rimanere sfigurato, non resta alcuna traccia delle bruciature.
} … Durante la guerra, fra i tantissimi disagi, si soffre maggiormente la fame ed il pane viene razionato. Al convento di Santa Maria delle Grazie vengono ospitati e sfamati tanti poveri e bisognosi; ne arrivano sempre di più numerosi. Un giorno i frati sono in refettorio per il pranzo e, nonostante a tavola ci sia soltanto mezzo chilo di pane, ringraziano il Signore e siedono a tavola e cominciano a mangiare la minestra.
Padre Pio è ancora in Chiesa a pregare; non passa molto tempo che arriva anche lui stringendo fra le mani tanti filoni di pane fresco. Quando il padre Superiore gli chiede dove li avesse presi, Padre Pio rispose che glieli ha dati una pellegrina sulla porta dell’ingresso.
Tutti zittiscono perché tutti sanno che soltanto Padre Pio poteva incontrare certi pellegrini e fare certi miracoli.
}… Per la Messa mattutina, il sagrestano dimentica di far consacrare le ostie per la comunione e nella pisside ve ne sono molto poche.
Dopo le confessioni, Padre Pio comincia a distribuire le ostie per la comunione ai tanti fedeli presenti in chiesa; alla fine, furono tutti comunicati e nella pisside rimangono ancora tante ostie.
}… Un giorno, una delle figlie spirituali di Padre Pio, legge una sua lettera lungo il bordo della strada; una folata di vento le fa volare via il foglio dalle mani, facendolo rotolare per la discesa.
La lettera termina il suo gran volo su una pietra, ad una notevole distanza, prima che la ragazza possa recuperarla. Al mattino successivo Padre Pio l’apostrofa dicendole che una prossima volta deve fare molta al vento, perché, se non avesse fermato quella sua lettera con il suo piede, sarebbe di sicuro volata fino al fondo valle.
}… Testimone di altro episodio straordinario è la signora Cleonice – una figlia spirituale di Padre Pio – : di un suo nipote, prigioniero di guerra, non si hanno più notizie da un anno. Lo si crede morto in combattimento ed i suoi genitori sono straziati dal dolore; un giorno, la madre, per niente rassegnata alla presunta morte del figlio, si getta ai piedi di Padre Pio, chiedendogli se suo figlio è ancora vivo – senza una risposta del frate non sarebbe allontanata dai suoi piedi -.
Padre Pio commosso e piangendo le risponde di potersi alzare e tornare a casa tranquilla; la risposta, sebbene data da uno come Padre Pio, non alleviano il dolore nel cuore di quella madre.
Così, pochi giorni dopo, la signora Cleonice, anche molto affranta per la vicenda del nipote, chiede a Padre Pio di fare un miracolo, perché lei avrebbe scritto una lettera a suo nipote Giovannino, evidenziando sulla busta il solo nome e cognome, perché non conosceva l’indirizzo – era questo il miracolo chiesto – l’Angelo Custode di padre Pio avrebbe dovuto far recapitare al nipote là dove si trovava.
Scritta la lettera, la signora Cleonice la poggia sul comodino, prima di andare a letto; la mattina seguente, con sorpresa e con un po’ di paura, la signora vedi che la lettera non c’è più. Tutta commossa va di filato a ringraziare Padre Pio, che ha subito per lei la risposta per quell’evento straordinario: “Non ringraziare me, ma ringrazia la Beata Vergine”.
Passano più o meno un paio di settimane ed in quella famiglia ricompaiono sorrisi e lacrime, ma questa volta son di gioia: è arrivata la tanto desiderata lettera di risposta che dava confortanti notizie di quel soldato, fatto prigioniero e ritenuto morto.
}… La signora Luisa aveva un figlio che era Ufficiale della marina di Sua Maestà Britannica. Essa pregava tutti i giorni per la conversione e la salvezza del figlio. Un giorno giunse a San Giovanni Rotondo un pellegrino inglese. Portava con se un fascio di giornali. Luisa volle leggerli. Trovò la notizia dell’affondamento della nave sulla quale era imbarcato suo figlio. Corse piangendo da Padre Pio. Il Cappuccino la consolò: “Chi vi ha detto che vostro figlio è morto?” e le dette l’indirizzo preciso, con il nome dell’albergo, dove il giovane ufficiale, scampato al naufragio della sua nave affondata nell’atlantico, era ospitato in attesa dell’imbarco. Luisa scrisse subito e dopo pochi giorni ebbe la risposta dal figlio.
}… E’ la volta della signora Paolina, una cittadina di San Giovanni, “una di quelle anime”, dice Padre Pio, “una di quelle donne che fanno sbiancare il volto ai confessori, i quali si ritrovano anche nell’impossibilità di poter dare l’assoluzione”.
Si è giunti quasi alla fine del periodo di Quaresima e la signora Paolina, madre di cinque figli, è molto malata, tanto che persino i medici disperano di salvarla; il marito va al convento per chiedere a Padre Pio di far qualcosa per la sua salvezza, portando anche i due bambini più piccoli, che, piangendo, si afferrano al saio del Frate.
Padre Pio, nel cercare di consolare quei bimbi ed il marito di Paolina, l’unica cosa che promette di fare è di pregare il Signore, così come a tutti quelli che supplicavano di intercedere per la sua guarigione, egli rispondeva seccamente che sarebbe resuscitata nel giorno di Pasqua. Si giunge così al venerdì Santo e Paolina, prima perde conoscenza, ai primi albori del sabato entra in coma e dopo poco muore.
Tra i familiari c’è chi prepara il corpo per i funerali, vestendola con l’abito da sposa, secondo tradizione e usanza, mentre altri corrono al convento per chiedere a Padre Pio cosa sia successo o che si deve fare; ma il Padre conferma quanto precedentemente affermato: “resusciterà”. Va, poi, in chiesa per celebrare la Messa , nel momento in cui si sta cantando il Gloria, contemporaneamente al rintocco delle campane che annunziano la resurrezione del Cristo, in quello stesso istante anche Paolina “resuscita” dalla morte, scende da sola dal letto, si inginocchia e a voce alta comincia a pregare recitando tre volte il Credo. E il commento dei presenti che hanno assistito al miracolo, è uguale sulla bocca di tutti: è vero, Padre Pio aveva detto “Resusciterà” e non “guarirà”.
A chi domanda, poi, a Paolina cosa sia successo nel breve periodo di tempo in cui è stata morta, rossa in volto, quasi vergognosa, risponde che “saliva su nel cielo, tutta contenta e stava per entrare in una grande luce, d’improvviso è tornata indietro ed è scesa giù …” – Paolina non è in grado di dire più nient’altro, perché non ha avuto il tempo di sperimentare quanto accade dopo l’ingresso in quella grande luce.
} … Una mamma testimonia il miracolo di cui ha beneficiato la sua bambina di circa due anni. E’ il 6 di gennaio del 1955: questa signora è, con il marito, in chiesa per la Messa mattutina, e lascia la bambina a casa con i nonni ed uno zio. Disgraziatamente, la bambina, sfuggita al controllo dei familiari, scivola in una caldaia di acqua bollente. e riporta scottature di terzo grado all’addome e nella parte posteriore.
Alla dolorosa notizia, la mamma prega con veemenza Padre Pio di salvare la sua bambina, perché il medico, non procede ad alcuna medicazione o ad una somministrazione di medicinali e consiglia di ricoverarla in ospedale, avendo gran timore che non potesse farcela – la madre continua ad invocare l’intercessione di Padre Pio. Ed il frate interviene proprio nel momento in cui ci si sta preparando per andare in ospedale: è quasi mezzogiorno e la bambina, rimasta sola nella sua cameretta, chiama con insistenza la mamma, gridando di non aver più alcun male (la bua), perché Padre Pio era entrato nella stanzetta ed aveva messo la bua della sua mano sopra la sua.
Su tutto il corpo di quella bambina, che il medico aveva temuto per la sua vita, non c’è più alcun segno di scottature.
}… Questo ennesimo episodio miracoloso, sono ben lieti di averlo testimoniato i coltivatori di mandorle e nocciole di San Giovanni Rotondo: la primavera è ormai inoltrata e gli alberi di mandorle sono fioriti; si prospetta una buona raccolta di questi frutti e nessuno prevede che su quei campi in fiore sta per abbattersi una sciagura. Un nutrito esercito di bruchi, che, compatti, divoravano voracemente foglie e fiori di ogni albero, non tralasciandone nessuno.
I contadini, per ben due giorni tentano di arginare quella calamità, ma invano; per molti di essi la raccolta delle mandorle è l’unica sostentamento e risorsa economica; si decide di parlarne con Padre Pio, il quale, dalla finestra del convento osserva le piantagioni dei mandorli, sente chiaramente il brulicare di quei vermi e, quindi, decide di procedere ad una benedizione. Vestiti i paramenti sacri, comincia a pregare; al termine, prende l’aspersorio con l’acqua santa e nell’aria effettua il segno della croce sui mandorleti.
All’indomani mattina, i bruchi hanno tutti fatto fagotto e scompaiono dai mandorli nudi; il disastro è ben visibile ed il raccolto sembra completamente perduto; invece, incredibile ma vero, la raccolta delle mandorle e nocciole è quanto abbondantissimo, come mai si era avuto in precedenza: gli alberi creduti distrutti hanno dato i migliori frutti; come sia stato possibile, neppure gli esperti in botanica hanno mai dato una risposta esaustiva.
}… Padre Pio è solito, durante le ore serale del periodo estivo, intrattenersi con amici e visitatori, sotto il fresco degli alberi dell’orto del convento. Accade che una sera, sempre nell’orto, Padre Pio sta ragionando con delle persone ed una moltitudine di merli, di passeri, di cardellini e di altre specie di uccelli, sui rami più alti degli alberi, svolazzano, cinguettano, fischiano, cantano e gorgheggiano. una vera e propria concerto musicale di volatili.
Quel frastuono, però, comincia a dar fastidio a Padre Pio, non lasciandolo parlare; ad un certo punto, alza lo sguardo verso di loro e con l’indice sulle labbra, impone di far silenzio dicendo categoricamente: “Adesso basta!” Tutti gli uccelli, i grilli e le cicale, all’istante ed all’unisono, zittiscono lasciando un profondo silenzio. Gran meraviglia sul volto di tutte le persone presenti, perché, come faceva San Francesco, anche Padre Pio ha parlato agli uccelli.
}… Un anonimo signore è testimone della vicenda della madre – una delle prime figlie spirituali di Padre Pio: quando incontra il frate gli chiede sempre di proteggere suo marito (il papà del nostro narratore) nel tentativo di convertirlo. Accade che, nel mese di aprile del 1945, quasi alla fine del periodo della seconda guerra mondiale, quest’uomo, come capitato a tanti sventurati innocenti, è già davanti al plotone di esecuzione per essere fucilato; ed ecco che si vede davanti Padre Pio, con le braccia alzate, che gli fa da scudo e lo protegge. Dato l’ordine di sparare, dai fucili non partono i colpi ed il comandante stesso, con i sette soldati del plotone d’esecuzione, stupefatti e sconcertati, controllano le armi; tutto è a posto. Quindi, agli uomini del plotone è ordinato di riprendere la loro posizione e puntare di nuovo i fucili contro l’uomo per procedere all’esecuzione. Per la seconda volta il comandante dà l’ordine di far fuoco, ma per la seconda volta i fucili non sparano; l’esecuzione è sospesa e, poco tempo dopo, il condannato a morte ottiene la grazia.
Il papà del nostro narratore si converte alla fede cattolica e riceve anche tutti i sacramenti lì a San Giovanni Rotondo, dove è andato per ringraziare Padre Pio; la mamma è esaudita nelle sue preghiere ottenendo la grazia che, da sempre, ha chiesto a Padre Pio.
}… Anche Padre Onorato Marcucci ed un suo amico testimonia il loro episodio “miracoloso”: il padre va a San Giovanni Rotondo con l’amico a bordo di una vespa 125. Giungono al convento poco prima dell’ora di pranzo e, quando entra nel refettorio, riverisce il padre superiore e va a baciare la mano a Padre Pio, che, a perfetta conoscenza del suo mezzo di trasporto, scherzoso e sorridente, gli dice in dialetto napoletano: “Guagliò (ragazzo) t’ha pizzicato la vespa?“.
Di buon’ora, il mattino successivo, con la vespa i due amici partono per San Michele, ma a metà strada finisce la benzina nel serbatoio; non c’è problema, perché usano la riserva che hanno con loro, nell’intento di rifornirsi a Monte Sant’Angelo. Ma qui hanno la brutta sorpresa di trovare tutti i distributori chiusi. Non si scoraggiano e decidono ugualmente di rientrare a San Giovanni Rotondo perché dispiaciuto di non pranzare con i suoi confratelli che lo attendevano, ma molto fiducioso di rifornirsi lungo la strada del ritorno.
Percorsi, però, pochi chilometri il motore si spegne per l’esaurimento del carburante; i due amici notano che mancano dieci minuti per il pranzo e controllano il serbatoio: è vuoto.
Il compagno di viaggio di Padre Onorato, un poco per rabbia ed un poco per essere solidale con il mio amico, dà, con il piede, un colpo al pedale dell’accensione: la vespa va in moto al primo colpo. Senza pensarci su due volte, montano in sella, e partono a tutto gas. Quando arrivano nel spiazzo del convento, la vespa si ferma nuovamente; si controlla di nuovo il serbatoio e, come prima della ripartenza, è completamente a secco; si controlla l’orario ed i due amici restano sconvolti, increduli e stupefatti perché mancano ancora cinque minuti per l’ora di pranzo e, soli cinque minuti hanno percorso 15 chilometri alla media di centottanta chilometri orari e senza benzina.
Entrato in convento, nel momento in cui i frati si apprestano per il pranzo, va incontro a Padre Pio che lo guarda e sorride; … Padre Onorato capisce, così, che è stata tutta opera di Padre Pio.
}… Chi legge o ascolta questa vicenda non può far a meno di restare sconcertato, perché tocca il profondo del cuore e non lascia dubbi per considerarlo davvero un evento “straordinariamente miracoloso”.
Un bimbo si ammala appena dopo la nascita, buttando nello sconforto più totale la mamma Maria perché le dicono subito, dopo un’accurata visita medica, che il bimbo non ha alcuna speranza di sopravvivere essendo affetto da un male molto complesso e quasi del tutto sconosciuto e, quindi, incurabile.
La signora Maria, che pur abitando in Puglia, il suo paese è molto distante da San Giovanni Rotondo, prende il treno, per andare dal santo Frate con le stimmate, di cui ha tanto sentito parlare che fa miracoli, portando con sé il bambino e tanta speranza nel cuore affinché il suo bambino possa essere salvato; ma, disgraziatamente, durante il lungo viaggio, il figlioletto di Maria muore.
Con una tale freddezza, e non comune a tutte le madri, Maria lo avvolge dentro i suoi indumenti personali e lo veglia per tutta la notte del viaggio sul treno; alle prime ore del mattino, lo colloca nella valigia, chiude il coperchio e prosegue il suo viaggio fino al convento ed alla chiesa di San Giovanni Rotondo. E’ visibilmente scossa e provata per la perdita del suo bambino, ma non ha perso, però, la sua fede.
Quella sera stessa è in chiesa in attesa del suo turno per la confessione; stringe a sé la valigia, diventata, ormai, da circa ventiquattro ore, la bara del corpicino del suo piccolo. Giunge il suo turno ed è di fronte a Padre Pio, che sta pregando col capo chino; Maria si inginocchia e, con la voce interrotta da un forte pianto e dalla disperazione, supplica l’intercessione del Frate al quale, aperta la valigia, mostra il corpicino inerte del suo piccolo.
Il povero Padre Pio è anch’egli fortemente scosso e straziato per il dolore di questa mamma disperata; solleva, dunque, il bambino dalla valigia, passa la mano stigmatizzata sul suo capo e, con gli occhi ricolti verso l’alto del cielo, recita una preghiera. Il miracolo si sta per compiere, perché, a pochissima distanza di tempo, il corpicino freddo di quel povero bambino riprende vita; si muovono prima le gambine e poi le braccia, sgranchendole energicamente come se, in quel momento, stava svegliandosi da un lungo e stressante sonno.
Si volge, quindi, verso la madre, che non ha mai smesso di disperarsi, piangere e supplicare, e le dice con tono fermo: “Madre perché strilli, non vedi che tuo figlio dorme?”. Le urla ed il pianto di mamma Maria, ora, sono di gioia, commozione e felicità e, con la gente che è presente in chiesa accalcatasi attorno a lei, scoppia un entusiasmo ed un’esultanza generale, gridando tutti al miracolo.
E’ il mese di maggio del 1925 ed una tale notizia, sia riportata di bocca in bocca ed attraverso e sia attraverso i fili del telegrafo, fa il giro di tutto il mondo.
}… Anche questo episodio capitato ad un ingegnere, non cittadino di San Giovanni, quando una sera, uscito dal convento dov’è Padre Pio, s’accorge che non può tornare a casa perché piove violentemente e non ha con sé neanche l’ombrello; chiede, quindi, a Padre Pio se può ospitarlo nel convento per quella notte, per evitare di bagnarsi dalla testa ai piedi e buscarsi anche un malanno. Padre Pio, suo malgrado, gli dice che non è possibile pernottare in convento, ma può tranquillizzarsi perché lui lo avrebbe accompagnato a casa per tutto il tratto.
L’ingegnere, niente affatto contento di fare quella penitenza seppure con la compagnia di Padre Pio la sua assistenza spirituale, si rimbocca il bavero del soprabito, si aggiusta bene il cappello in testa e comincia, con il Frate, a percorrere quei due chilometri che lo separano dal convento alla casa della famiglia in cui alloggia in paese.
Ma con sua grande meraviglia e sbigottimento, nota che, appena s’incammina lungo la strada, quella forte pioggia si è fermata all’improvviso; quando arriva a casa, la signora che gli ha affittato la stanza, è molto preoccupata perché teme che l’ingegnere sia interamente inzuppato d’acqua fino alle ossa. L’ingegnere la rassicura rispondendole che è asciutto perché fuori non piove più; meraviglia generale per tutta la famiglia quando, poi, notano che fuori continua ancora a diluviare senza aver mai smesso. La donna ancora incuriosita chiede come avesse fatto a non bagnarsi; l’ingegnere che aveva ormai capito tutto, candidamente risponde di non saperlo affatto, perché è stato accompagnato da Padre Pio.
Si rasserenano tutti e la donna, nel servire la minestra a tavola, esclama: “Sicuramente la compagnia di Padre Pio vale più di tutti gli ombrelli!”
}… Ancora una semplice vicenda capitata ad un signore di Ascoli Piceno, che così la testimonia:
Arriva, in compagnia di sua moglie, a San Giovanni Rotondo, verso la fine degli anni cinquanta, a bordo di un’auto Fiat “Topolino”, col forte desiderio di lasciarsi confessare da Padre Pio.
Il desiderio è esaudito, con consigli vari e qualche ramanzina da parte del confessore, ma, a sera, si aggira ancora nei corridoi del convento per problemi all’auto. Nel vederlo ancora lì, Padre Pio gliene chiede il motivo; l’uomo gli risponde che la sua “Topolino” - chiarendo al frate, incuriosito, che si tratta di un auto – non gli è partita.
Accetta, poi, l’invito di Padre Pio di andare a vedere l’auto; la vicinanza del santo Frate consente che l’auto vada in moto e ai due coniugi di riprendere il viaggio di ritorno senza problemi, con l’invito di Padre Pio a viaggiare tranquillo.
Il viaggio dura quasi tutta la notte e, all’indomani mattina, quel signore porta l’auto in officina per far revisionare l’impianto di accensione; il meccanico, dopo i dovuti controlli e verifiche, afferma che l’impianto elettrico dell’auto è del tutto fuori uso e stenta a credere, anzi non crede affatto che, in quello condizioni, l’auto abbia percorso senza problemi più di 400 chilometri, giusta la distanza da San Giovanni Rotondo ad Ascoli Piceno.
I due coniugi, però, anche se tra un forte stupore e tanta meraviglia, capiscono benissimo chi li ha aiutati e protetti nel viaggio di ritorno e, col pensiero, ringraziano Padre Pio.
}… Il Santo Frate non sopporta che una stessa cosa gli venga ripetuto tante volte, neanche col pensiero.
Accade, infatti, che il marito di una donna di San Giovanni è gravemente ammalato; la signora va al convento per parlare con Padre Pio, ma non sa come fare per arrivare direttamente fino a lui e chiedergli di intercedere per la guarigione del marito, e, per parlargli in confessione, bisogna attendere un turno di almeno tre giorni.
Durante la celebrazione della Messa, questa povera signora, al solo pensiero del marito ammalato, si agita in continuazione, passa da un lato all’altro della chiesa e nelle sue preghiere lì in chiesa, piangendo, affida il suo grave problema alla Madonna con l’intercessione del fedele Padre Pio. La donna ha la stessa agitazione e sconvolgimento anche durante le confessioni, fino a quando, in fila nel corridoio, riesce ad intravedere Padre Pio, il quale, appena la vede, con uno sguardo accigliato ed un tono piuttosto severo, la riprende: “Donna di poca fede, quando finirai di rompermi la testa e di ronzarmi nelle orecchie? Sono forse sordo? Me l’hai già detto cinque volte, a destra, a sinistra, davanti e di dietro. Ho compreso, ho compreso… – Va’ presto a casa, che tutto va bene”.
Il marito di quella donna è completamente guarito.
}… Quest’altro episodio è documentato ed annotato nella cronistoria del convento: il mattino del 23 ottobre 1953, la signorina Amelia Z., di 27 anni, nata cieca, è venuta dalla provincia di Vicenza a San Giovanni Rotondo ed ha ricevuto la vista.
In quella stessa annotazione è chiarito cosa è successo: dopo che la ragazza si è confessata da Padre Pio, gli chiede se può donarle la vista; Padre Pio le risponde che deve aver fede e deve pregare molto. Qualche attimo dopo la giovane Amelia Z. intravede il volto di Padre Pio, la sua mano con la stigmate, nell’atto della benedizione, ed il mezzo guanto che la ricopriva.
La giovane nota una rapida miglioria perché vede già bene da vicino e riferisce subito questa grazia che sta ricevendo a padre Pio, il quale la esorta a ringraziare il Signore; poco dopo Amelia Z., nel chiostro, mentre ringraziava il Frate e gli bacia la mano, gli chiede se le può essere donata completamente la vista; a questa domanda Padre Pio risponde che “A poco a poco verrà tutta”.
}… Questa è una storia un poco più lunga, ma vale la pena raccontarla perché è un’altra guarigione miracolosa fatta da Padre Pio ad un ex ferroviere senese, sposato con bambino molto piccolo, deceduto nel 1983.
Nel 1945 è sorvegliante degli impianti elettrici di una linea ferroviaria; mentre si reca al lavoro in motocicletta la mattina del 21 maggio di quello stesso anno, viene investito da un camion. E’ immediatamente trasportato in ospedale in fin di vita; i medici gli riscontrano varie fratture abbastanza serie in tutto il corpo, tra cui una al cranio e addirittura cinque alla gamba sinistra. Passano diversi giorni prima di essere dichiarato fuori pericolo; anche la guarigione dura parecchio tempo, ma alla fine dà risultati molto apprezzabili, tranne che per la gamba, troppo mal ridotta, nonostante i vari interventi dei medici non va a posto.
L’ex ferroviere trascorre il suo passando da un ospedale all’altro, ma senza alcun risultato positivo; si susseguono fratture al femore, la gamba completamente rigida e le ferite provocate dai molteplici interventi chirurgici non si rimarginano: all’inizio del 1948 è dimesso dalla Clinica ortopedica di Siena e dichiarato inguaribile. A trentacinque anni, con una gamba rigida e tanti postumi chirurgici non è proprio il top della vita e da tenersi per tutto il resto della vita; demoralizzato ed incattivitosi contro la malasorte che si è accanita con lui, sopraggiunge anche la rassegnazione: non vuole più vedere gente, non vuole più vivere in quelle condizioni; la sua rabbia la sfoga tutta contro la moglie che ogni giorno cerca di fargli coraggio, bestemmia contro Dio e contro il mondo intero.
Sua moglie è credente con una fede incrollabile, lui, invece, no; Rimprovera la moglie quando va in chiesa e bestemmia anche per farle dispetto, provocandole soltanto pianti irrefrenabili. Accade che, un giorno, nella loro parrocchia viene un religioso a tener conferenze; è messo anche della disavventura capitata al ferroviere e chiede, quindi, di parlare con la moglie per aver più notizie sul caso. Alla fine, questo religioso consiglia alla signora di portare suo marito a San Giovanni Rotondo da Padre Pio, un frate cappuccino che fa miracoli:
La moglie, pur immaginando cosa ne potesse pensare il marito, riferisce il consiglio avuto e la risposta dell’uomo fu una grossa ironica risata e bestemmie anche contro Padre Pio; nonostante tutto la moglie non vuole perdere quella chance e, dopo tante lettere scritte a quel religioso, senza mai aver alcuna risposta, decide di tornare alla carica e parlare nuovamente con il marito.
Sorpresa inaspettata per la signora quando il marito decide di accontentarla, visto anche che, alla fine dell’anno, la sua situazione non ha subito alcuna miglioria, anzi è sempre peggiorata.
Il viaggio dura un paio di giorni ed è angoscioso e disastroso: in treno viaggia su una barella, e soffre dolori atroci quando deve salire e scendere dal treno, perché costretto ai cambi prima a Roma e poi a Foggia; qui arriva ad ora tardi e non vi sono più autobus per raggiungere San Giovanni Rotondo se non il mattino successivo; si deve, quindi, trovare una pensione a Foggia per la notte.
La sfortuna sembra non abbandonarlo: si trascina con le stampelle per raggiungere la pensione, ma scivola e cade in una pozzanghera in malo modo; in suo aiuto accorrono alcuni dipendenti delle ferrovie, i quali, appena sanno che è un loro collega, gli mettono a disposizione una stanza negli uffici della stazione per quella notte.
Al mattino presto, marito, moglie e figlio salgono sul pullman che li porterà a San Giovanni Rotondo; giuntovi, si presenta ancora un altro imprevisto doloroso: l’autobus si ferma a circa due chilometri di distanza dalla chiesa dei frati cappuccini e le strade sono insidiose perché non asfaltate; nonostante tutto riesce ad arrivare in chiesa, dove crolla su una panca stanco e dolorante.
Dopo che si è un po’ rinfrancato, sembra assalirlo il dubbio di come riconoscere Padre Pio, dal momento che non l’ha mai visto nemmeno in fotografia; ma il suo dubbio svanisce presto perché crede di riconosce il frate cappuccino, e non si sbaglia, in un confessionale, con la tendina aperta, da un segno inconfondibile quando alza la mano per dare l’assoluzione dopo la confessione: quel frate calzava i mezzi guanti per nascondere le stimmate.
Comincia a guardarlo e, in quello stesso momento, incrocia anche lo sguardo di Padre Pio mentre alza gli occhi verso di lui e lo fissa per qualche secondo; con quello sguardo penetrante, il corpo martoriato del ferroviere avverte dei forti tremori, come colpito da una violenta scossa elettrica.
Nel pomeriggio, verso le quattro, la famigliola fa ritorno in chiesa; in sagrestia, Padre Pio è già impegnato con le confessioni; arriva anche il turno del ferroviere. Avanza verso Padre Pio arrancando sulle stampelle, e, quando tenta di parlare, Padre Pio non gliene dà la possibilità; è lui che parla facendo tracciando un quadro perfetto della sua vita, del suo brutto carattere e del suo brutto comportamento.
Ora sì che non ha più parole in gola da buttar fuori, perché completamente meravigliato e turbato da ciò che conosce e gli dice Padre Pio e, quando a termine della confessione alza la mano per l’assoluzione, è percorso nuovamente da quella terribile scossa elettrica in tutto il corpo, così come gli è capitato la mattina; alla fine, senza rendersene conto, si inginocchia, si segna con la croce e, sempre senza rendersene conto e senza pensare alla gamba, che fino a quel momento lo aveva martoriato, si alza portando le stampelle in mano; si allontana camminando con passo normale e regolare.
Neppure la moglie, che è in chiesa con lui, si rende conto che il marito ha le stampelle in mano e che non si appoggia più si di esse, limitandosi a dire soltanto che dal volto del marito traspare una certa serenità. Si fermano a pregare ancora un poco e, poi, decidono di uscire; soltanto a questo punto la moglie s’accorge di quanto é successo e grida al marito: “Giuseppe, ma tu cammini”. Il marito si ferma e, turbato e meravigliato, nota che ha le stampelle in mano, come se fosse un souvenir, e cammina normalmente senza trascinarsi su di esse e senza sentir più alcun dolore alla gamba. Per meglio accertarsene, si tira giù anche i pantaloni e nota che le ferite degli interventi chirurgici si sono completamente rimarginate e non sono più né doloranti e né sanguinanti. Il figlio gli ricorda pure che davanti a Padre Pio si è anche inginocchiato facilmente senza sofferenza.
E’ veramente guarito! Guarda la moglie e scoppia in un pianto irrefrenabile.
Durante il viaggio di ritorno a casa, ora molto agevole, non si stanca mai di raccontare, a chiunque glielo chiede, cosa gli è accaduto. Torna a farsi visitare presso la Clinica ortopedica di Siena, dove i medici sono increduli e sbalorditi, prima nel vederlo camminare e, poi, perché dalle radiografie fatte alla gamba risulta sempre l’anchilosi fibrosa al ginocchio sinistro, per la qual cosa non avrebbe mai potuto camminare liberamente e con scioltezza.
Del caso di questo ferroviere senese, se ne parla anche a un congresso medico a Roma, dove subisce anche la visita da parte di quei medici specialisti provenienti anche dall’estero: tutti restano meravigliati e sbigottiti, ma nessuno sa dare un’adeguata risposta o medico o scientifica.
Giuseppe, la moglie ed il figlio la risposta gliela ha data Padre Pio e non ne cercano altre!
}… E’ quasi dello stesso periodo l’avventura che capita a questa signora: “E’ il 1947, la signora ha circa trentotto anni e le è stato diagnosticato un tumore all’intestino: deve sottoporsi ad intervento chirurgico. Prima, però, desidera andare a San Giovanni Rotondo a confessarsi da Padre Pio e raccontargli del suo male; nel viaggio è accompagnata dal marito, dalla figlia e da una sua amica. In chiesa, in attesa della sua confessione, non è possibile perché Padre Pio, ad un certo punto, esce dal confessionale e va via.
Amareggiata per il fallito incontro, piange a dirotto; il marito, a questo punto, racconta ad un altro frate il motivo di quel loro pellegrinaggio a San Giovanni. Il frate, rammaricandosi per l’incresciosa situazione, riferisce a Padre Pio quanto è accaduto. Dopo poco la donna è fatta entrare nel corridoio del convento, dove Padre Pio, fra tanta gente, la fa avvicinare e le chiede quale sia il suo problema; saputo cosa angoscia tanto quella signora, Padre Pio le infonde coraggio e la rassicura che, con quel medico, è in buone mani – avrebbe pregato il Signore per lei.
A quelle parole, la donna resta sorpresa e sbalordita perché Padre Pio non conosce né lei e né il medico chirurgo che dovrà operarla. E’, comunque, serena e fiduciosa e si sottopone all’intervento.
In sala operatoria il chirurgo è il primo che grida ed afferma che è avvenuto un miracolo; pur riscontrandolo con le radiografie in mano, opera la signora di appendicite, anche se non è necessario, perché non c’è più alcun segno del tumore.
Il miracolo si raddoppia perché quel medico, per niente credente, da quel momento si converte ed acquista fede tanto che fa mettere il Crocifisso sulle pareti di tutte le stanze dell’ospedale dove lavora. Quella donna miracolata ritorna a San Giovanni per ringraziare Padre Pio che, nel momento suo arrivo in chiesa, lo intravede nei pressi della sagrestia; gli sguardi si incrociano e Padre Pio, fermatosi, sorridendo, si rivolge alla signora e le dice: “Hai visto che sei tornata?”.