PADRE PIO E LE IPERTERMIE.

A Padre Pio è fatto dono anche di un altro fenomeno misterioso: nel suo corpo si manifestano le ipertermie; sono febbri molto alte che nessun corpo umano può sopportare senza subire gravi conseguenze, se non persino la morte.

Questo fenomeno scombussola la mente di quei medici che, in un modo o nell’altro, si prendono cura della sua salute; la sua prima ipertermia si manifesta all’ospedale militare di Napoli, quando i medici gli effettuano una visita di controllo: la febbre gli sale così forte che il termometro non riesce a misurarla perché va oltre quei gradi segnati sulla sua scala.

Anche successivamente, durante il servizio militare, si rivelano questi fenomeni di alte temperature che raggiungono persino i 52 °C.

Il primo medico che misura con esattezza il grado della temperatura della ipertermia di padre Pio e un medico foggiano, quando il sante Frate è in un convento di quella città luogo ed è continuamente ammalato; quel medico utilizza un termometro da bagno con il quale registra una temperatura di 48 °C.

Scientificamente, quelle anomali temperature sono studiate, nel 1920, dal dottor Giorgio Festa, perché, avendone sentito parlare, non crede che un fenomeno sia possibile per un essere umano.

Ha un suo metodo di studio: misura la temperatura a Padre Pio due volte al giorno ed ordina ai superiori del convento che nessuno debba farlo in sua assenza.

Nel suo rapporto, il dottor Festa, afferma che vi sono giorni in cui la febbre di Padre Pio va dai 36.oo  ai 36.5 °C, ed altri giorni in cui riscontra 48-48.5 °C -. Quando queste forti temperature compaiono, il corpo del frate è molto sofferente e si agita nel letto, ma non c’è ombra di delirio o quegli scombussolamenti che, in genere, si manifestano dopo stati febbrili forti.

Padre Lorenzo da San Marco in Lamis, superiore dei Cappuccini di San Giovanni Rotondo, conferma, in data 16 giugno 1921, al Visitatore Apostolico, che, più volte, ha personalmente misurato la febbre a Padre Pio, anche in presenza dei dottori Francesco Antonio Gina ed Angelo Merla, rilevando temperature di 43°C., di 45° C. e di 48° C. per uno o due giorni; poi tutto si normalizza, tanto che al terzo giorno era di  nuovo dentro al confessionale.

La medicina e la scienza non hanno spiegazioni plausibili per un tale fenomeno, atteso che , temperature così elevate, portano alla morte in breve tempo; infatti, sui termometri la temperatura corporea più alta che può essere misurata e presa in considerazione, perché ancora compatibile con la vita dell’uomo, è di 42° C., anche se, alcune volte e solo per brevi momenti, vi è sopravvivenza anche alla temperatura di 43 °C. -.

Ovviamente questo non è preoccupante per Padre Pio, perché, dopo aver sofferto di questi  violenti stati febbrili, è di nuovo in condizioni fisiche idonee per tornare ai suoi doveri quotidiani