PADRE PIO E LE APPARIZIONI.
Sin da piccolo Padre Pio ha il dono ed il privilegio delle “apparizioni”; pensa, però, che è una cosa normalissima per tutti e non ne fa parola con nessuno.
Nelle sue visioni vi sono Angeli, Santi, Gesù, e la Madonna, ma non mancano esseri infernali.
} E’ lui personalmente a farci pervenire una testimonianza, grazie ad una lettera scritta al suo confessore, nella quale racconta che, alla fine del mese di dicembre del 1902, mentre è in meditazione per la sua vocazione, ha la visione di un uomo, che si pone al suo fianco, maestoso, di una bellezza unica, che lo prende per mano e gli dice: “Vieni con me perché ti conviene combattere da valoroso guerriero”. Lo porta in una grande campagna, dove si trovano due gruppi di uomini divisi tra quelli aventi un bello aspetto e vestiti di bianco e quelli che hanno un volto orribile e vestiti con abiti scuri: Padre Pio è posto al centro delle due fila e gli viene incontro un uomo di un’altezza Il giovane collocato fra quelle due ali di spettatori, si vide venire incontro un uomo di un’altezza gigantesca tanto che sembra toccare le nuvole con la testa e con un volto spaventoso: l’uomo dal bello aspetto che è con lui e lo ha portato in quella campagna, lo incita a combattere contro quel mostro. Padre Pio, impaurito, implora affinché il combattimento non abbia luogo, ma il suo accompagnatore glielo nega e, poi, lo apostrofa: ” Sarà inutile ogni tua resistenza o rifiuto, ti conviene affrontarlo. Non aver paura, combatti coraggiosamente ed io ti sarò vicino; ti aiuterò e non consentirò che egli vinca”. Padre Pio, abbastanza contrariato e scoraggiato, accetta di scontrarsi con l’uomo mostro che ha di fronte e, con l’aiuto del suo misterioso personaggio splendente che non si allontana mai dal suo fianco, riesce a sopraffare il suo orribile avversario, che fugge via seguito da quella miriade di uomini dall’aspetto orribile, che urla ed impreca; invece, la parte di uomini dal bello aspetto, ebbe a lodare l’uomo splendente e luminoso che aveva aiutato il padre Pio nel combattimento, il quale pose, poi, sulla testa del Frate una magnifica corona, che subito dopo gliela tolse promettendogliene un’altra più bella, a lui riservata, se avesse ancora lottato con quell’orribile essere mostruoso personaggio, perché sarebbe tornato nuovamente ad aggredirlo; lo rassicura, altresì, che nei combattimenti ci sarebbe stato sempre lui ad aiutarlo, che non doveva aver paura di lui; anche se dovesse presentare una potenza formidabile, col suo aiuto sarà sempre sconfitto. E’ inutile precisare che l’uomo dal bello aspetto è Gesù e quello dall’aspetto terribile era satana con i suoi diavoli. Dalle visione seguono, poi, fatti reali perché Padre Pio sostiene davvero tantissimi scontri nella sua vita contro satana per strappare anime dai suoi legacci.
} Altra apparizione è testimoniata da padre Paolino da Casacalenda, Superiore del convento: Padre Pio riposa da solo in una stanza sita al pianterreno del convento, disteso sulla sua branda; all’improvviso gli compare davanti un uomo avviluppato in un mantello nero. Il frate, sbalordito e sconcertato si alza e chiede all’uomo chi sia e che cosa vuole; alla domanda l’uomo misterioso risponde che è un ‘anima che giace in Purgatorio, di chiamarsi Pietro Di Mauro e di essere morto nell’incendio il 18 settembre del 1908, in quello stesso fabbricato ora adibito convento ed una volta ad ospizio per anziani; il suo letto era un pagliericcio, situato proprio nella stanza dov’è Padre Pio a riposare, che viene avvolto immediatamente dalle fiamme, con lui dentro che non ha alcuna possibilità di fuga. Il Signore – continua – gli ha dato la possibilità di allontanarsi dal Purgatorio per andare da Padre Pio a chiedergli se la Messa dell’indomani poteva essere a lui dedicata per così dargli la possibilità di varcare la soglia del Paradiso. Padre Pio, dopo aver dato il suo consenso, vuole accompagnarlo fino all’uscita del convento, ma, appena arrivati sul sagrato, l’anima del sig. Pietro svanisce di colpo; a quel punto il frate capisce davvero di aver avuto un colloquio con una persona defunta. Al suo rientro in convento, è colto un po’ dallo spavento, che non sfugge all’occhio attento di padre Paolino, al quale racconta l’accaduto e chiede il permesso per celebrare la Santa Messa in suffragio di quell’anima. Padre Paolino, spinto dalla curiosità, dopo qualche giorno, effettua dei controlli presso l’Ufficio anagrafico del comune di San Giovanni Rotondo e riscontra che tutto quanto Padre Pio ha riferito del racconto del defunto Pietro di Mauro, corrisponde alla realtà dei fatti.
} Un’altra attestazione è data dalla signora Cleonice Morcaldi, cittadina di San Giovanni Rotondo, persona molto cara a Frà Pio e sua figlia spirituale, che da un mese circa ha perso la sua mamma. Padre Pio, alla fine della confessione, le dice di essere certo che la sua mamma è volata in Paradiso, per averla vista durante la messa mattutina.
} Altro episodio è testimoniato da Padre Anastasio.
Padre Pio è solo nel coro a pregare in ora serale; d’improvviso sente lo stropiccio di un abito ed intravede un giovane frate nei pressi dell’altare maggiore, come se stesse riordinando candelabri e portafiori. Nella convinzione che è, come di consuetudine, fra Leone a rimettere a posto l’altare, lo invita ad andare a cena, visto che era l’ora; quel frate gli risponde di non essere fra Leone, ma un confratello che in quel convento ha trascorso il periodo di noviziato, durante il quale, per l’ubbidienza, gli è stato ordinato di tenere pulito e sistemato l’altare maggiore per l’intero anno di prova. Ma, pur non volendo, quando passa e ripassa davanti all’altare, molto spesso manca di riverire il Santissimo custodito nel tabernacolo, mancando, così, di rispetto anche a Gesù; questo suo sciagurato atteggiamento lo fa giacere ancora in Purgatorio. Da Padre Pio è giunto per espressa volontà del Signore, perché sia lui a stabilire quant’altro tempo dovrà restare in Purgatorio prima di volare in Paradiso; Padre Pio, nell’intento di far cosa gradita all’anima del frate novizio, gli risponde che vi resterà fino all’indomani, dopo la messa mattutina celebrata in convento. A quella risposta, l’anima del fraticello, accusandolo di essere stato crudele, emette un urlo di lamento e poi scompare; un simile grido – confessa Padre Pio – lo ha sente per tutta la sua vita come se gli avesse provocato una profonda ferita nel cuore, avendo avuto la possibilità di alleviare le pene di quell’anima e mandarla, in quello stesso istante della sua richiesta, a gioire in Paradiso, senza che trascorresse un’altra notte nelle fiamme del Purgatorio.
} Queste sono alcune testimonianze dirette di Padre PIO e tratte da : PADRE PIO DA PIETRELCINA: Epistolario I° (1910-1922) a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni – Edizioni “Padre Pio da Pietrelcina” Convento S.Maria delle Grazie San Giovanni Rotondo – FG -.
} In una delle lettere scritta il 13 febbraio 1913 da Padre Pio, di proprio pugno, una sorta di confessione fatta a Padre Agostino, suo direttore spirituale: “ … Non temere io ti farò soffrire, ma te ne darò anche la forza – mi va ripetendo Gesù. – Desidero che l’anima tua con quotidiano occulto martirio sia purificata e provata; non ti spaventare se io permetto al demonio di tormentarti, al mondo di disgustarti, perché niente prevarrà contro coloro che gemono sotto la croce per amore mio e che io mi sono adoperato per proteggerli. “
} In un’altra scritta il 12 marzo 1913: “ … Sentite, padre mio, i giusti lamenti del nostro dolcissimo Gesù: “Con quanta ingratitudine viene ripagato il mio amore per gli uomini! Sarei stato meno offeso da costoro se li avessi amati di meno. Mio padre non vuole più sopportarli. Io vorrei cessare di amarli, ma…(e qui Gesù tacque e sospirava, e dopo riprese) ma ohimé! Il mio cuore è fatto per amare! Gli uomini vili e fiacchi non si fanno nessuna violenza per vincersi nelle tentazioni, che anzi si dilettano nelle loro iniquità. Le anime da me più predilette, messe alla prova mi vengono meno, le deboli si abbandonano all’isgomento ed alla disperazione, le forti si vanno rilassando a poco a poco. Mi rimangono solo di notte, solo di giorno nelle chiese. Non si curano più del sacramento dell’altare; non si parla mai di questo sacramento di amore; ed anche quelli che ne parlano ohimé! con quanta indifferenza, con che freddezza. Il mio cuore è dimenticato; nessuno si cura più del mio amore; io son sempre contristato. La mia casa è diventata per molti un teatro di divertimenti; anche i miei ministri che io ho sempre riguardato con predilezione, che io ho amato come pupilla dell’occhio mio; essi dovrebbero confortare il mio cuore colmo di amarezze; essi dovrebbero aiutarmi nella redenzione delle anime, invece chi lo crederebbe? Da essi debbo ricevere ingratitudini e sconoscenze. Vedo, figlio mio, molti di costoro che…(qui si chetò, i singhiozzi gli strinsero la gola, pianse in secreto) che sotto ipocrite sembianze mi tradiscono con comunioni sacrileghe, calpestando i lumi e le forze che continuamente dò ad essi…”.
} In un’altra scritta il 7 aprile 1913: “Mio carissimo Padre, venerdì mattina ero ancora a letto, quando mi apparve Gesù.” Era tutto malconcio e sfigurato. Egli mi mostrò una grande moltitudine di sacerdoti regolari e secolari, fra i quali diversi dignitari ecclesiastici, di questi chi stava celebrando, chi si stava parando e chi si stava svestendo dalle sacre vesti. La vista di Gesù in angustie mi dava molta pena, perciò volli domandargli perché soffrisse tanto. Nessuna risposta n’ebbi. Però il suo sguardo mi portò verso quei sacerdoti; ma poco dopo, quasi inorridito e come se fosse stanco di guardare, ritirò lo sguardo ed allorché lo rialzò verso di me, con grande mio orrore, osservai due lagrime che gli solcavano le gote. Si allontanò da quella turba di sacerdoti con una grande espressione di disgusto sul volto, gridando: “Macellai! E rivolto a me disse”: “Figlio mio, non credere che la mia agonia sia stata di tre ore, no; io sarò per cagione delle anime da me più beneficiate, in agonia sino alla fine del mondo. Durante il tempo dell’agonia, figlio mio, non bisogna dormire. L’anima mia va in cerca di qualche goccia di pietà umana, ma ahimè mi lasciano solo sotto il peso della indifferenza. L’ingratitudine ed il sonno dei miei ministri mi rendono più gravosa l’agonia. Ahimè come corrispondono male al mio amore! Ciò che più mi affligge e che costoro al loro indifferentismo, aggiungono il loro disprezzo, l’incredulità. Quante volte ero li per li per fulminarli, se non fossi stato trattenuto dagli angioli e dalle anime di me innamorate… Scrivi al padre tuo e narragli ciò che hai visto ed hai sentito da me questa mattina. Digli che mostrasse la tua lettera al padre provinciale…” Gesù continuò ancora, ma quello che disse non potrò giammai rivelarlo a creatura alcuna di questo mondo”.
} In un’altra ancora, scritta però a Padre Benedetto il 17 Dicembre 1917: … “In una delle visite avuta da Gesù in questi giorni, gli chiesi con più insistenza che avesse avuto compassione delle povere nazioni, tanto provate dalla sventura della guerra e che finalmente avesse ceduto la sua giustizia il posto alla sua misericordia. Cosa strana! Egli non rispose se non con cenno di mano, che voleva significare: piano, piano…Ma quando?, aggiunsi io. Ed egli, atteggiando il volto a serietà e con un mezzo sorriso in bocca, fissa per un po’ il suo sguardo su di me e senza dir parola mi licenzia”.
} Padre Pio confessa a padre Alessio Parente, che era tanto desideroso di andare a Lourdes per vedere la Madonna, perché non c’era mai stato, di non avere bisogno di andare a Lourdes per vedere la Madonna perché la vede tutte le notti.
} Ed ancora Padre Alessio Parente è testimone di altro episodio; : “Padre Pio – racconta – mentre è assorto nella preghiera, ad un certo momento nota che il suo sguardo è fisso fortemente ad osservare il pavimento ed all’improvviso sobbalzare all’indietro sulla sedia con le mani alzate, tutto rosso in volto e madido di sudore persino nei capelli. E’ soccorso prontamente da Padre Alessio, che gli asciuga il sudore dalla fronte con diversi fazzoletti; dopo poco l’aspetto di Padre Pio si normalizza ed in vita il suo confratello ad andare in chiesa per la celebrazione della Messa. Dopo la funzione, padre Alessio, spinto tanto dalla curiosità, chiede a Padre Pio cosa gli è capitato prima della funzione; la risposta è la seguente: “Figlio mio, se tu avessi visto quel che ho visto io saresti morto!”. Ma cosa esattamente Padre Pio ha visto nella sua “visione”, padre Alessio non lo ha mai saputo.
} Anche Padre Onorato Marcucci, infine, è testimone di un ennesimo episodio, raccontando che, una notte, Padre Pio sta molto male e ad assisterlo c’è padre Onorato, al quale fa trascorrere una notte insonne, disturbandolo moltissimo. All’indomani Padre Pio riconosce il fastidio che ha arrecato a Padre Onorato e gli chiede quale possa essere per lui una giusta ricompensa per cotanto fastidio; Padre Pio gli confessa che ha pensato a sua madre e prendere l’indulgenza plenaria per mandarla in Paradiso. In parole povere, il santo frate ha offerto le sue sofferenze per ottenere l’indulgenza plenaria per la mamma di padre Onorato, sofferente in Purgatorio.