PADRE PIO E LE ALTRE GUARIGIONI MIRACOLOSE
Anche in questo capitolo, per motivi di spazio, vengono riportati soltanto alcuni episodi più salienti, tra i tantissimi documentati, ma certamente non privi di valore o non degni di essere raccontati.
}… nel 1919 accade un episodio davvero strepitoso che mette in agitazione tutto il territorio del foggiano; un ragazzo, quattordicenne all’epoca dei fatti, all’età di quattro anni è colpito dal tifo, che lo lascia affetto da una forma di rachitismo, deformandogli il corpo con due grandi e vistose gobbe.
Un giorno, dopo la sua confessione fatta da Padre Pio, il santo frate lo tocca con le sue mani stigmatizzate, guarendolo all’istante; infatti, il ragazzo si alza dall’inginocchiatoio dritto nel suo corpo, così come non lo era mai stato.
}… una ragazza ventinovenne, di nome Grazia, contadina di San Giovanni, è cieca dalla nascita; da un po’ di tempo è assidua frequentatrice della piccola chiesa del monastero. Un giorno, Padre Pio, a bruciapelo, le chiede se desidera avere la vista; candidamente la ragazza risponde di esserne felice, sempreché non sia per lei occasione di peccato. Felice anche Padre Pio, le promette che sarebbe guarita e la manda a Bari, per una visita accurata, raccomandandola alla moglie di un ottimo oculista. Ma il medico, visitata la ragazza, conferma a sua moglie che non può far nessun miracolo per ridare la vista a quella ragazza e che un simile miracolo può farlo soltanto Padre Pio; vuole, quindi, rimandarla a casa senza operarla. La moglie, cosciente che a mandar Grazia da suo marito è nei piani miracolosi di Padre Pio, insiste presso il marito perché alla ragazza venga tentata l’operazione almeno ad un occhio; quel medico si lascia convincere dalla moglie e, prima, opera un occhio e, poi, anche l’altro – poco dopo, entrambi gli occhi guariscono ridando la vista a quella povera ragazza. Quando Grazia ritorna a San Giovanni Rotondo, corre di filato al convento e si getta ai piedi di Padre Pio per ringraziarlo per il miracolo che ha operato in lei; il frate rimane in silenzio, la lascia in penitenza, con la fronte a terra, per un pò di tempo, e poi le ordina di alzarsi. La ragazza invoca la benedizione da Padre Pio e questi fa il segno della Croce su di lei; ma la ragazza, così come da non vedente, non s’accorge di nulla perché il Padre, nella sua benedizione, le poneva le mani sulla testa. Grazia, ferma in quella posizione genuflessa, richiede ancora la benedizione a Padre Pio, il quale, con una battuta, le dice: “E che ti ci vuole come benedizione un secchio d’acqua sulla testa?”
}… Un signore è da diversi giorni con un ginocchio gonfio e molto; il medico gli prescrive molte iniezioni; è preoccupato e prima di cominciare la cura decide di recarsi da Padre Pio. Dopo la confessione gli racconta del suo ginocchio dolorante chiedendogli di pregare per lui e far cessare il riguardo lancinante; nel tardo pomeriggio dello stesso giorno è quasi pronto per il viaggio di ritorno; il dolore scompare improvvisamente: il ginocchio non è più gonfio, è uguale al destro e non ha più quel dolore che lo ha tormentato fino a pochi istanti prima. Rinvia, così, la partenza e ritorna di corsa da Padre Pio per ringraziarlo per il suo miracoloso intervento, ma il santo frate gli risponde che non è lui ad essere ringraziato, ma il Signore. Ed aggiunge, sorridendo, che può dire al medico che può farsi lui le iniezioni che gli ha prescritto.
}… nel 1952, una signora dopo una normale gravidanza, sopraggiungono complicazioni durante il parto; il figlio nasce con l’uso del forcipe e lei ha bisogno di una trasfusione di sangue, per la qual cosa, attesa la necessità dell’urgenza, i medici non accertano il suo gruppo sanguigno: ha il gruppo zero ma il sangue che le viene trasfuso è di gruppo A. E’ inutile elencare le brutte conseguenze che subisce, ma sono così gravi che si teme paurosamente per la sua vita, tanto che interviene il prete per l’estrema unzione ed a darle la Santa Comunione. Quando il sacerdote termina di darle tutti i sacramenti, i suoi familiari lo accompagnano all’uscita, lasciandola sola nella stanza; in quel frangente, all’improvviso, le appare Padre Pio, il quale, mostrandole le sue mani stigmatizzate, la rincuora dicendole che non sarebbe morta; le impone di recitare un Padre Nostro ed un giorno, una volta guarita, sarebbe andata a trovarla. La donna, da moribonda che è, si sollevai e siede in mezzo al letto; quando ritornano i suoi familiari, stupefatti, vengono da lei invitati nella preghiera chiesta da Padre Pio raccontando loro della dolce visione del frate. Da quel momento in poi la sua salute comincia a dar segni di miglioramenti; anche i medici, dopo un’accurata visita, devono ammettere che si è trattato sicuramente di un miracolo. Dopo alcuni mesi è in viaggio per San Giovanni Rotondo per ringraziare Padre Pio per la sua intercessione; incontra il Padre e quando sta per ringraziarlo, avverte un forte profumo di violette: Padre Pio le dice che è stata miracolata è per questo non deve ringraziare lui, ma il Sacro Cuore di Gesù, che lo ha mandato a salvarla perché molto devota ed ha fatto tutti i primi venerdì del mese.
}… circa un anno dopo, nel 1953, una signora soffre di dolori all’addome; da approfonditi accertamenti radiografici, risulta una difficilissima complicazione, tanto da richiedere un urgente intervento chirurgico. Una sua amica, venuta a conoscenza del grave problema, le consiglia di scrivere una lettera a Padre Pio per chiedere la sua intercessione presso Dio nelle sue preghiere; la risposta non tarda ad arrivare: il santo frate le suggerisce di andare tranquilla in ospedale, lui avrebbe pregato per Lei. La signora va in ospedale; accade che gli stessi medici che prima le hanno diagnosticato la grave situazione, nel ripetere gli accertamenti di routine prima dell’intervento operatorio, con grande meraviglia e stupore, ammettono che non c’è più nulla della grave malattia. Quella donna, a distanza di tempo, ringrazia ancora Padre Pio, invitando tutti a rivolgersi a lui fiduciosi che non nega ad alcuno la sua potente intercessione presso il nostro Dio.
}… E’ del 1954 altro evento prodigioso, raccontato da una signora, il cui padre, ferroviere, all’età di quarantasette anni, si ammala di una malattia, all’epoca sconosciuta, che gli provocano una paralisi agli arti inferiori. Ogni tentativo di cura risulta vano e, così, perde anche il posto di lavoro; dopo circa due anni, la malattia avanza inesorabilmente. Uno suo zio consiglia, allora, al padre di andare a San Giovanni Rotondo, dove ha saputo che vive un Frate cappuccino che possiede speciali carismi. Non sono poche le difficoltà che il padre deve superare per arrivare a San Giovanni Rotondo, accompagnato e sorretto da questo zio; quando giungono in chiesa incontra Padre Pio il quale, nel vederlo come arrancava in mezzo alla folla, a voce alta dice ai presenti di fare spazio a quel ferroviere che avanza. Come fa Padre Pio a sapere che quell’uomo è un ferroviere senza conoscerlo e senza sapere e quale fosse il suo lavoro? Poco dopo, Padre Pio parla fraternamente con il papà della signora, gli mette una mano sulla spalla e lo rincuora con un sorriso; quel ferroviere, con una pace nel cuore, si allontana da Padre Pio e non si accorge neppure che è improvvisamente guarito. Lo zio che lo seguiva, turbato e sorpreso, stringe tra le mani i due bastoni che lo sorretto per incontrare il santo frate e che, ormai, non gli servono più.
}… Un signore molto distinto, molto conosciuto in Puglia perché è un ateo convinto e non si risparmia per propagandare la sua falsa fede e combattere la religione, a differenza della moglie che è una religiosa convinta, anche suo marito le ha severamente proibito di andare in chiesa e di parlare di Dio ai suoi figli. E’ il 1950 e l’uomo si ammala terribilmente: ha un tumore al cervello e uno dietro l’orecchio destro; non c’è speranza di poterlo guarire. E’ ricoverato all’ospedale di Bari; ha una gran paura del male e della morte. Questa paura, però, fa nascere nel suo animo il desiderio di rivolgermi a Dio, così come faceva da bambino; dall’ospedale di Bari è trasferito a quello di Milano, pronto per essere sottoposto ad un intervento chirurgico nel vano tentativo di salvargli la vita, perché il chirurgo gli ha prospettato le difficoltà dell’operazione e gli scarsi risultati della stessa. Una notte, sogna Padre Pio che gli tocca la testa e gli dice che con il tempo guarirà. La mattina successiva comincia già a sentirsi tanto che i medici sono sorpresi e sbalorditi per il suo rapido miglioramento, pur ritenendo che l’intervento sia necessario. L’uomo, invece, in preda alla paura, poco prima di sottoporsi all’operazione scappa dall’ospedale e si rifugia in casa di alcuni parenti che vivono a Milano, dove viene ospitata anche la moglie; alcuni giorni, però, i dolori si riacutizzano in modo molto forte e, molto sofferente, torna in ospedale. I medici, irritati ed indignati, non vogliono più aver cura di lui, ma la coscienza professionale prevale in loro ed acconsentono per l’intervento; prima dell’intervento, però, è necessario procedere a rifare gli esami, i cui risultati meravigliano i medici perché dei due tumori non c’è più traccia. Grande sorpresa è anche per quell’uomo, perché durante gli esami diagnostici, avverte un intenso profumo di viole; sapeva benissimo che, con quel profumo, è presente Padre Pio. Alle sue dimissioni dall’ospedale, chiede di pagare l’onorario al professore che avrebbe dovuto operare; costui gli risponde che gli deve nulla, perché nulla ha fatto per guarirlo. Quell’uomo, ormai guarito, vuole andare con la moglie a San Giovanni Rotondo per ringraziare Padre Pio, perché è ormai certo che la sua guarigione gliela ha donata; ma quando giunge nella chiesa del convento di Santa Maria delle Grazie, accade un qualcosa di inaspettato: quell’uomo è assalito nuovamente da fortissimi dolori, tanto da fargli perdere i sensi. E’ sostenuto da due uomini che, di peso, lo trasportano fino al confessionale di Padre Pio; quando si riprende, lo intravede e gli dice di avere cinque figli, di essere molto malato ed, infine, gli chiede di salvargli la vita. Padre Pio gli risponde che lui è un semplice prete, come tanti altri, non è Dio e neppure Gesù Cristo; lui non fa miracoli!. Quell’uomo, piangendo, lo supplica di salvarlo; Padre Pio rimane un attimo in silenzio, poi, alza gli occhi al cielo e le sue labbra cominciano a recitare una preghiera. In quello stesso istante, l’uomo avverte ancora quell’intenso profumo di viole; dopo di che Padre Pio gli dice che può andare a casa e pregare; anche lui pregherà per la guarigione di quell’uomo. Tornato a casa ogni spariscono i dolori ed ogni sintomo di quel male.
}… Un signore testimonia che, nel 1950, la suocera è ricoverata al Policlinico di Milano per subire un intervento chirurgico per l’asportazione di un tumore maligno al seno sinistro; sfortunata la poverina, perché alcuni mesi dopo, subisce un ulteriore intervento per la stessa affezione al seno destro. Per la diffusione di questi inesorabili mali, i medici diagnosticano per questa signora tre o al massimo quattro mesi di vita. Questo signore, però, sente parlare di Padre Pio e dei prodigiosi fenomeni che si ottengono per la sua intercessione; non ci pensa su due volte e subito parte alla volta di San Giovanni Rotondo. Arriva in chiesa, aspetta il suo turno per la confessione e, quando è di fronte a Padre Pio, dopo la confessione, gli chiede la grazia per la guarigione per sua suocera. Il santo frate, dopo qualche lungo sospiro, lo invita a pregare con lui, rincuorandolo perché la suocera sarebbe guarita. Così avviene; la signora, dopo gli interventi chirurgici, ben presto si rimette in salute e decide di andare di persona a ringraziare Padre Pio, il quale, appena la vede, con un felice sorriso sulle labbra, le dice: “Va in pace, figlia mia! Va in pace!”. Quella signora, alla quale erano stati diagnosticati soltanto pochi mesi di vita, vive ancora per altri diciannove anni, durante i quali aumenta a dismisura, in lei ed in tutta la famiglia, la fede in Dio ed una forte devota riconoscenza per Padre Pio.
}… Frate Daniele è testimone di un altro evento prodigioso di guarigione per intercessione di Padre Pio: un signore, di sua conoscenza, ha zia sorella della mamma, che è affetta da un tumore maligno. La madre di quest’uomo spedisce un telegramma a Padre Pio per chiedere la sua intercessione e di pregare per la guarigione della sorella; la risposta non tarda ad arrivare, con la quale Padre Pio assicura che si unirà a lei nella preghiera per la guarigione della sorella e resterà con le braccia alzate, perché il Signore possa ascoltarli. Questo telegramma è messo, poi, sotto il cuscino dell’ammalata e, poco dopo, l’ammalata apre gli occhi, e, come se non si fosse ancora resa conto di cosa le è successo, dice che è andato da lei un frate cappuccino ordinando di alzarsi perché è ormai guarita. Grande è la gioia quando riconosce, da una foto che le mostrano, in Padre Pio il frate cappuccino che è andato a farle visita. La zia, una volta guarita, riprende anche il suo lavoro.
}… L’episodio che appresso si riporta, avviene tra la fine del 1953 e l’inizio nuovo anno del 1954 ed a beneficiare dei fenomeni prodigiosi di Padre Pio è addirittura Papa Pio XII, il qual ha subito un vero e proprio crollo fisico da stress: non mangia più, vomito continuo e nausea la fanno da padroni a cui si aggiunge persino un ininterrotto e terribile singhiozzo; dorme pochissimo, al massimo una mezz’ora per volta. Si ricorrere alla nutrizione artificiale per evitare che il peggio. L’intervento di Padre Pio è richiesto espressamente dalla sorella del Papa e dalla Segreteria di Stato; il Frate con le stimmate, per la grave malattia del Santo Padre, non solo promette di pregare e supplicare il Signore per la sua guarigione, ma offre addirittura la sua vita in cambio di quella del Papa. Poco tempo dopo Padre Pio è a letto sofferente, con una febbre molto alta: è una testimonianza, questa, di padre Agostino, che ben conosceva quelle “cose segrete” del suo confratello: raccomanda di non divulgare certe notizie; Padre Pio si è ammalato, perché ha saputo che il Papa è in uno stato di grave indigenza fisica; ogni volta che sa di queste cose, lui si ammala. Padre Pio, infatti, ha preso sulle sue spalle anche “quella croce” del Pontefice. Pio XII guarisce improvvisamente e, quando viene messo a conoscenza del sacrificio offerto a Dio per lui dal Frate Cappuccino di San Giovanni Rotondo, scrive una lettera alla Curia Generale dei Cappuccini, esprimendo il gradimento per le preghiere fatte da Padre Pio.
}… E’ ancora Padre Pio che interviene per far conoscere cosa è successo a Papa Pio XII, all’anagrafe Eugenio Pacelli, dopo la sua morte avvenuta il 9 ottobre 1958. In quello stesso giorno, suor Pascalina Lehnert scrive una lettera ad un frate che conosce e che si trova al convento di San Giovanni Rotondo, chiedendogli di far sapere cosa ne pensa Padre Pio dell’avvenuta morte del Pontefice. Il frate le risponde che ha girato la domanda a Padre Pio, il quale ha affermato che Pio XII è in Paradiso e di averlo visto nella Santa Messa del mattino. Il frate, per essere sicuro della risposta data da Padre Pio, gli chiede nuovamente di ripetere ciò che ha detto; Padre Pio glielo riconferma. Questo episodio è testimoniato anche da Padre Agostino da San Marco in Lamis, che lo annota nel suo Diario in data 18 novembre 1958: “Padre Pio ha sentito tutto il dolore della sua anima per la morte del Papa Pio XII. Ma poi il Signore glielo ha fatto vedere nella gloria del Paradiso”.
}… E’ il 5 agosto del 1959 e a San Giovanni Rotondo giunge la statua della Madonna di Fatima. Padre Pio è ammalato già da molto tempo: le sue perenni affezioni polmonari non gli danno tregua. Quando la statua della Madonna entra solennemente nella piccola chiesa del convento, Padre Pio è ancora a letto, in preghiera, perché non ha la forza di alzarsi; il giorno seguente, dopo mezzogiorno, prima che la statua è spostata all’ospedale della Casa Sollievo, Padre Pio è portato nella vecchia sacrestia, con la cautela che il caso richiede per una persona ammalata. Coloro che trasportano la Madonna abbassano la statua fino al suo viso e Padre Pio, emozionato e commosso fino alle lacrime, la bacia molto affettuosamente e le pone tra le mani un rosario da lui stesso benedetto; è rimesso, subito dopo, nella posizione a lui più congeniale, per evitare che si stanchi e per evitare, persino, che possa essere colto da collasso. In proposito, padre Raffaele da Sant’Elia a Pianisi testimonia che padre Pio desidera salutare ancora la Madonna di Fatima, prima della sua partenza e dopo che la Vergine ha completato il suo giro in tutti i reparti dell’Ospedale; viene accontentato e viene trasportato, sempre sulla sua sedia, nel coro della nuova chiesa, da dove si affaccia dall’ultima finestra per vedere l’elicottero che si solleva in aria. Prima, però, di prendere la rotta stabilita, l’elicottero compie tre giri sul convento e sulla chiesa come per salutare Padre Pio; il Frate, nel vedere l’elicottero, che trasporta la statua della Madonna, fare queste specie di evoluzioni in suo onore, si commuove, piange e con la fede che lo contraddistingue, implora: “Madonna mia, Mamma mia, sei entrata in Italia e mi sono ammalato; ora te ne vai e mi lasci ancora malato?”. Dopo di che, china il capo ed un brivido percorre lungo tutto il suo corpo e lo scuote: Padre Pio ha ricevuto la guarigione dalla Madonna di Fatima. Si sente così bene che il giorno successivo vorrebbe celebrare la santa Messa, ma gli viene sconsigliato; la sera stessa è visitato dal medico di fiducia, prof. Gasbarrini, che lo dichiara clinicamente guarito e rassicura i confratelli che l’indomani il Frate santo può celebrare la santa Messa senza problemi.