PADRE PIO E LA SUA BILOCAZIONE.
Come tanti santi, anche Padre Pio ha il dono della Bilocazione, cioè l’essere visti contemporaneamente in due luoghi diversi. Tanti sono stati i casi ed anche testimoniati; qui di seguito, si riportano alcune testimonianza raccolte :
} Un fedele, fratello di una figlia spirituale di Padre Pio, si addormenta mentre prega; si sveglia di soprassalto perché subisce sulla guancia destra un sonoro schiaffone, dato una mano che calza un guanto senza le dita. Pensa subito a Padre Pio e, il giorno successivo, non può fare a meno di chiederglielo; il frate gli risponde che “Così si manda via il sonno quando si prega!”. Era stato lui a scuotere l’attenzione di quel fedele mentre pregava.
} Un giorno entra in sagrestia un ex capitano dell’esercito e, indicando Padre Pio, esclama: “Si è proprio lui, ne sono certo”; gli si avvicina, si inginocchia e piange: “La ringrazio Padre per avermi salvato la vita – chiarendo il suo atteggiamento e continua – “ero in guerra e, un giorno, sul campo di battaglia, in un momento più cruente del combattimento, ho visto, a poca distanza da me, un frate che mi incitava ad allontanarmi dalla postazione in cui ero; mi avviai verso di lui e prima di raggiungerlo, nel posto in cui ero prima, scoppiò una grande bomba, provocando addirittura una voragine. Quando mi rigirai per raggiungere il frate e ringraziarlo, non c’era più. Era Padre Pio che con la sua preveggenza e bilocazione gli aveva salvato la vita.
} Padre Alberto, uno dei frati conventuali, racconta che, un giorno, vede Padre Pio fermo davanti alla finestra, fissando il panorama della montagna che aveva di fronte. Padre Alberto si avvicina per baciargli la mano, ma lo coglie una sorta di stupore quando nota un certo irrigidimento della mano del suo confratello, che lo stesso non avverte la sua presenza e che lo sente pronunciare chiaramente la formula dell’assoluzione per i moribondi.” Quando padre Pio si riprende, conferma di non aver avvertito la presenza di Padre Alberto. Lo stupore diventa più forte, ma chiarisce l’atteggiamento di padre Pio, quando, pochi giorni dopo arriva da Torino un telegramma, col quale si ringrazia il Padre Superiore per aver dato a Padre Pio la possibilità di assistere una persona in punto di morte. Questo telegramma è la prova che l’agonizzante, assistito da Padre Pio, era deceduto in quello stesso istante in cui il frate, pur restando a San Giovanni Rotondo, aveva pronunciato le parole di assoluzione; ovviamente il Superiore del convento non aveva mai inviato Padre Pio a Torino, perché si era portato in bilocazione.
} Nel 1946, una famiglia di Filadelfia (U.S.A.), forse di origine italiana, arriva a San Giovanni Rotondo per rendere grazie a Padre Pio per aver salvato il figlio, pilota di un aereo da bombardamento, durante la II Guerra Mondiale; mentre volava sull’Oceano Pacifico per far rientro alla sua base, il suo aereo viene colpito dai caccia giapponesi. L’apparecchio esplode prima che tutto l’equipaggio possa gettarsi col paracadute e soltanto il figlio di questa famiglia riesce a lanciarsi qualche istante prima – come per dire “salvo per miracolo”. Interviene, però, un secondo miracolo, perché, nonostante fosse fuoriuscito dall’aereo, il suo paracadute non si apre; all’improvviso compare in volo un frate con la barba, che lo prende fra le braccia e lo porta proprio davanti all’ingresso del comando della base. Riconosce il frate salvatore, nella persona di Padre Pio, quando, tornato in licenza a casa sua, la madre gli mostra l’immagine del frate a cui lo aveva affidato.
} Una signora, affetta da un tumore maligno ad un braccio, è andata a Bologna dalla figlia, perché, con lei, ha consultato un medico chirurgo e deciso per l’intervento. Il medico le chiede di attendere qualche giorno ed insieme, quindi, avrebbe fissato la data dell’intervento chirurgico. Nel frattempo, il genero spedisce un telegramma a Padre Pio chiedendogli di pregare per la suocera. Nel momento stesso in cui All’ora in cui Padre Pio riceve il telegramma, la signora, sola nel soggiorno della casa della figlia, sente aprire la porta e vede entrare un frate cappuccino, che subito si presenta come Padre Pio da Pietrelcina; dopo alcune domande circa la malattia, l’intervento chirurgico e su casa avesse detto il medico, la rincuora dicendole di pregare e di avere fiducia nella Madonna. Prima di andar via da lei, Padre Pio le fa il segno della croce sul braccio malato. La signora, un po’ contrariata, chiama subito la cameriera ed i familiari, chiedendo perché avessero lasciato entrare Padre Pio senza averglielo prima comunicato; ma gli altri, alquanto stupefatti, le risposero di non averlo visto e che, comunque, nessuno aveva bussato alla porta. Padre Pio si era portato a casa della signora in bilocazione. Il giorno successivo la signora è visitata dal medico per prepararla all’operazione chirurgica, ma, con gran meraviglia di tutti i presenti, non si trova più traccia del tumore.
} Ancora in bilocazione Padre Pio appare anche al beato don Orione, il quale afferma di averlo visto nella basilica di San Pietro a Roma, durante la beatificazione di Santa Teresa del Bambino Gesù. Don Orione lo vede sorridente e cerca, attraverso la folla, di avvicinarsi per salutarlo, ma quando si trova a poca distanza da lui, scompare.
} Altro episodio è datato 1951 in Cecoslovacchia: Padre Pio è in bilocazione a celebrar Messa nella Cappella di un monastero di suore; dopo la celebrazione, le suore vanno in sacrestia per offrirgli una tazza di caffè e per ringraziarlo per la sua visita a sorpresa, ma di Padre Pio nessuna traccia; a questo punto anche le suore capirono che Padre Pio si era recato da loro in bilocazione.
} Ed ancora: Madre Speranza, fondatrice delle Ancelle dell’Amore Misericordioso, afferma che, per un anno intero, ha visto Padre Pio tutti i giorni a Roma. Si capisce subito che era in bilocazione, perché è ben noto a tutti che il Frate con le stimmate non è mai stato a Roma, se non una sola volta quando accompagna la sorella che entra in monastero per diventare suora di clausura nel 1917.
} Un caso di bilocazione accade anche al generale Cadorna, il quale sta vivendo un forte stato di depressione, dopo la sconfitta di Caporetto nella Iª guerra mondiale, che una grave forma di suicidio prende strada nella sua mente. Infatti, una sera rientra nel suo appartamento, dando ordine al suo attendente di non lasciar passare nessuno. Entrato in camera, tira fuori la pistola e nel momento stesso che se la sta puntando alla testa, sente una voce che lo riporta in sé e lo invita a non commettere quella sciocchezza; stupefatto, nota che quella voce è di un Frate cappuccino presente nella stanza, domandandosi, altresì, di come poteva essere entrato nella stanza. Ancora di più resta stupefatto, quando il suo attendente afferma che non ha visto passare nessuno e nemmeno la ha lasciato passare. Qualche anno dopo, Cadorna legge sui giornali che un certo Frate a San Giovanni Rotondo compie miracoli; arriva, quindi, nel paesino del Gargano in anonimato e, faccia a faccia con il frate dei miracoli, riconosce subito che il frate cappuccino di quella fatidica sera, che gli impedisce di suicidarsi, è Padre Pio, il quale, avvicinatosi, gli mormora sottovoce “L’abbiamo scampata bella quella sera, eh generale? … “.
} Nel 1956, Padre Pio è in bilocazione persino in Europa, ed esattamente a Bucarest; serve Messa al primate (alto prelato) d’Ungheria quando è chiuso in carcere. Qualcuno sa dell’avvenimento straordinario e chiede direttamente a Padre Pio se davvero gli ha servito messa, se davvero l’ha visto e gli ha parlato. E il santo frate, con semplicità, risponde: “se gli ho parlato, di certo, l’avrò anche visto”.
} Nel 1957, altro evento di bilocazione ci viene confermato da Padre Placido Bux da San Marco in Lamis, il quale, all’atto dell’evento straordinario, è ricoverato presso l’Ospedale di San Severo perché affetto da una grave forma di cirrosi epatica. Una volta, Padre Placido si sveglia durante la notte, e vede Padre Pio vicino al suo letto che lo rincuora e lo rasserena circa l’esito della malattia e la sua guarigione; dopo di che si avvicina alla finestra della stanza, appoggia la mano sul vetro ed in battibaleno sparisce. Il mattino successivo, padre Placido si alza dal letto e si sente molto meglio; si avvicina alla finestra e nota l’impronta della lasciata sul vetro da padre Pio durante la notte: capisce subito che il suo confratello si era recato da lui in bilocazione. La notizia si diffonde in un batter d’occhio e, conseguenza immediata, è una gran flusso di gente che accorre numerosa, per giorni, per vedere da vicino il fenomeno, anche perché si è tentato più volte di lavare ed eliminare quell’impronta dal vetro con diversi detersivi, ma senza esito alcuno, l’impronta è sempre lì. Anche padre Alberto, parroco della chiesa delle Grazie a San Severo, molto scettico sulla questione, dopo una visita di cortesia a padre Placido, per far chiarezza sulla faccenda decide di recarsi personalmente a San Giovanni Rotondo. Nel corridoio del convento s’imbatte in Padre Pio, il quale, prima che padre Alberto possa parlare, chiede notizie di padre Placido; l’altro affronta da subito la questione e gli risponde che a San Severo succede il pandemonio, perché si è saputo della sua visita notturna a padre Placido in bilocazione e che, prima di andar via, ha lasciato l’impronta della sua mano sul vetro della finestra. E padre Pio di sbotto lo riprende e gli dice: “E tu ne dubiti?”
} L’ultima testimonianza della sua bilocazione si verifica nel pomeriggio antecedente al giorno della sua morte, cioè il 22 settembre; Padre Pio fa visita ad un suo confratello, Padre Umile, che si trova a Genova, a letto impedito per una caduta capitatagli alla fine del mese di agosto: sono circa le 16.30 di quel giorno, quando suor Ludovica porta a padre Umile una tazza di tè e quando entra nella stanza sente tutt’intorno un forte profumo di fiori; all’inizio non sa spiegarsi cosa possa essere, ma poi guarda Padre Umile e gli chiede cosa fosse quel forte profumo; molto disinvolto e con semplicità, risponde: “è venuto Padre Pio a darmi l’ultimo addio! ”. Dieci ore dopo, padre Pio lascia questo mondo.