PADRE PIO E GLI INCONTRO-SCONTRI CON IL DIAVOLO.

}… Padre Pio ha il suo primo incontro con il diavolo nel 1906, quando ritorna nel convento di Sant’Elia a Pianisi.  Durante una notte d’estate in cui non riesce ad addormentarsi per l’afa soffocante, sente, nella stanza di fianco alla sua, un rumore di passo di un uomo che va avanti ed indietro, su e giù.

Anche Padre Anastasio non riesce a dormire come Padre Pio; vuole, quindi, chiamarlo per parlare un pò e far passare il tempo; si avvicina alla finestra e lo chiama, ma la voce gli si strozza in gola e, sul davanzale della stessa finestra, vede apparire un cane dal volto mostruoso. Dopo poco tempo, terrorizzato, vede entrare dalla porta un grosso cane, dalla cui bocca usciva tanto fumo.

Cade all’indietro sul letto e lo sente parlare in dialetto “è iss, è isso” – è lui, è lui -; dopo di che quel brutto animale, con un gran salto, arriva sul davanzale della finestra e, da qui si lancia sul tetto della casa di fronte e poi sparisce.

}… Padre Agostino conferma che satana appare sotto le forme più svariate: “assume la forma di giovani ragazze nude, che ballano in modo erotico; assume la forma del crocifisso; assume le sembianze di un giovane amico dei frati o quella del Padre Spirituale o quella del Padre Provinciale o dell’Angelo Custode o quella del Papa Pio X o di San Francesco o della Vergine Maria, oppure nei suoi aspetti più orribili e nefandi, accompagnato da un esercito di spiriti infernali.

Spesso non appare per niente, ma il povero Padre Pio è picchiato a sangue, è straziato dai rumori fragorosi ed assordanti che emette, lo riempie di sputi; il Frate riesce a liberarsi sempre da queste aggressioni di satana invocando il nome di Gesù. Padre Pio riesce a vincere la lotta contro Satana, soprattutto in quelle più aspri, liberando le anime dei posseduti.

Anche Padre Tarcisio da Cervinara testimonia che, più di una volta, prima di uscire da un corpo di un posseduto, Satana ha gridato che “Padre Pio gli da più fastidio di San Michele”   oppure minacciare Padre Pio  “di non strappargli più le anime e lui non lo molesterà più”.

 

Padre Pio così descrive satana nelle sue lettere che invia ai suoi direttori spirituali – (PADRE PIO DA PIETRELCINA: Epistolario I° (1910-1922) a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni – Edizioni “Padre Pio da Pietrelcina” Convento S.Maria delle Grazie San Giovanni Rotondo – FG):

}… lettera inviata a padre Agostino il 18 gennaio 1912: “…Barbablù non si vuole dare per vinto. Ha preso quasi tutte le forme. Da vari giorni in qua mi viene a visitare assieme con altri suoi satelliti armati di bastoni e di ordigni di ferro e quello che è peggio, sotto le proprie forme. Chi sa quante volte mi ha gittato dal letto trascinandomi per la stanza. Ma pazienza! Gesù, la Mammina, l’Angioletto, San Giuseppe ed il padre San Francesco sono quasi sempre con me”.

}… Lettera inviata a padre Agostino il 5 novembre 1912:

“Babbo carissimo, anche questa seconda vostra lettera, per permissione di Dio, ha ottenuto la stessa sorte di quella precedente. Son certo che a quest’ora il padre Evangelista vi abbia già tenuto informato della nuova fase di guerra che mi muovono quegl’impuri apostati. Costoro, babbo mio, non potendo vincere la mia costanza nel riferirvi le loro insidie, si sono appigliati a quest’altro estremo, vorrebbero indurmi nelle loro reti col privarmi dei vostri consigli, che voi mi venite suggerendo per mezzo delle vostre lettere, unico mio conforto; ed io a gloria di Dio ed a loro confusione lo sopporterò… – …Non vi dico poi in che modo mi vanno percotendo quei disgraziati. Certe volte mi sento presso a morire. Sabato mi sembrò che mi volessero proprio finire, non sapevo più a qual santo votarmi; mi rivolgo al mio angelo e dopo d’essersi fatto aspettare per un pezzo eccolo infine aleggiarmi intorno e con la sua angelica voce cantava inni alla divina Maestà. Successe una di quelle solite scenate; lo sgridai aspramente d’essersi fatto così lungamente aspettare, mentre io non avevo mancato di chiamarlo in mio soccorso; per castigo, non volevo guardarlo in viso, volevo allontanarmi, volevo sfuggirlo, ma egli poverino mi raggiunse quasi piangendo, mi acciuffa, finché sollevato lo sguardo, lo fissai in volto e lo trovai tutto dispiaciuto”.

}… Lettera inviata a padre Agostino il 18 novembre 1912:

“il nemico non vuole quasi abbandonarmi più, mi bussa continuamente. Egli cerca di avvelenarmi la vita con le sue infernali insidie. Si dispiace sommamente perché io ve le narro. Mi va suggerendo di tralasciare di narrarvi ciò che passa fra me e lui, e mi insinua di narrarvi piuttosto le buone visite; essendo, dice lui, le sole che possono piacervi ed edificare. – …l’arciprete, reso consapevole della battaglia di quegl’impuri apostati, intorno a ciò che riguarda le vostre lettere, mi consigliò che alla prima vostra lettera che mi fosse pervenuta, l’andassi ad aprire da lui. Così feci nel ricevere la vostra ultima. Ma aperta che l’ebbimo la trovammo tutta imbrattata d’inchiostro. Sarà stata anche questa una vendetta di Barbablù? Non posso mai credere che così l’abbiate spedita, anche perché vi è nota la mia cecaggine. Le lettere scritte in principio sembrano illeggibili, ma dietro che vi ponemmo sopra il Crocifisso si fece un pò di luce tanto da potersi leggere, sebbene a stento…”

}… è dello stesso Padre Pio questa testimonianza di quando Satana supera ogni limite della provocazione, presentandosi a lui in veste di un penitente.

Una mattina, durante le ore della confessione degli uomini, si presenta a lui un signore, alto e snello, elegantemente vestito e dai modi garbati e gentili. In confessione, comincia ad elencare  i suoi peccati: sono di ogni genere contro Dio, contro il prossimo, contro la morale. Tutti peccati da far rabbrividire.

Una cosa, però, colpisce l’attenzione di Padre Pio: nonostante i suoi rimproveri, quel penitente controbatteva le sue parole cercando di giustificare ogni genere di peccato rendendolo privo di qualsiasi malizia e cercando di renderlo normale, naturale, comprensibile alla mente umana; questo non solo per i peccati che sono atroci e mostruosi contro Dio, la Madonna ed i Santi – che quel penitente indica con un giro di parole irriverenti senza mai fare i loro nomi – ma anche per tutti quelli che sono moralmente troppo sporchi e zozzi. Ogni risposta che dà alle argomentazioni del frate, con abile acume e malizia, lo impressionano e lo turbano, tanto che, in  cuor suo, Padre Po comincia a domandarsi chi effettivamente abbia di fronte, da che mondo venga e chi mai sia; lo scruta bene in volto per scorgere qualcosa che possa tradirlo e rivelare la sua vera identità, fa bene attenzione alle sue parole.

All’improvviso, una luce interiore intensa e luminosa, gli fa chiaramente capire chi ha dinanzi a sé; quindi, con tono deciso ed imperioso gli dice : ” Viva Gesù, Viva Maria!” ; nel sentire queste espressioni e questi dolci e potentissimi nomi, Satana scompare all’istante con una fiammata, lasciando dietro di sé un insopportabile ed irrespirabile aria fetida.

}… E’ di Don Pierino, sacerdote, figlio spirituale di Padre Pio, la seguente testimonianza quanto mai sconcertante:

Una mattina Padre Pio è preso dalle confessioni ed il suo confessionale è chiuso dalle due tende; nella parte centrale, però, le due tendine non combaciano perfettamente e lasciano uno spazio sufficiente attraverso il quale don Pierino riesce ad intravedere Padre Pio. E’ l’ora della confessione degli uomini, i quali, secondo le prenotazioni, sono disposti in fila in attesa del loro turno; don Pierino, tranquillo nel suo posto, recita il breviario.

All’improvviso, da sotto lo stipite della porticina, posta a destra della Chiesetta, spunta un uomo robusto, di bello aspetto, occhi piccoli e neri, capelli brizzolati, con la giacca scura ed i pantaloni rigati; don Pierino non vuole distrarsi e continua a recitare il suo breviario, ma una voce interiore gli impone di smettere di leggere e di guardare.

Nota che, senza aspettare il suo turno, appena il penitente di turno termina la sua confessione e si alza dall’inginocchiatoio per uscire, quell’uomo si pone proprio davanti alla congiunzione delle due tendine e si infila subito fra di esse restando dritto in piedi davanti a Padre Pio, impedendo anche a lui di vedere il frate.

Trascorrono solo pochi minuti e don Pierino vede quell’uomo che scompare, a gambe aperte, sotto il pavimento, e sulla sedia, dove prima era seduto Padre Pio, vede ora Gesù, giovane, biondo e bello, appoggiato all’indietro sulla spalliera della sedia, che guarda fisso quell’uomo che sprofonda giù. Passa ancora qualche breve istante e vede Padre Pio che scende dall’alto e torna a sedersi al suo posto nel confessionale, mentre le sue fattezze si fondono con quelle di Gesù.

Sbigottimento e meraviglia invadono il cuore di don Pierino, che viene destato dalla grossa voce di Padre Pio che incita i penitenti a sbrigarsi. Ovviamente, nessuno s’accorge di quello che è successo; è una visione riservata soltanto a don Pierino.

}… Padre Cipriano, è anche lui un frate cappuccino che, tra le altre sacre funzioni, svolge anche quelle di esorcista; una volta, sta eseguendo quest’ultima pratica su una ragazza, che, durante alcune fasi di esorcismi che si effettuano su di lei, ha parlato con quattro voci di quattro creature diverse l’una dall’altra.

Padre Cipriano, un po’ turbato, chiede consiglio a Padre Pio su come fare ad esorcizzare quella donna che è posseduta da più demoni; Padre Pio lo rassicura che non si tratta di quattro demoni,  ma di un solo diavolo che si manifesta la sua presenza con quattro voci diverse.

Quando Padre Cipriano continua la sua pratica di esorcismo, punzecchiò il diavolo con queste parole: “Ah, volevi farmela brutto fetente…!” .