Napoli San Gennaro alcuni miracoli avvenuti dopo la sua morte
-) Un'altra cosa che attira in questa Basilica i fedeli, i devoti, i curiosi e gli studiosi è la bella statua del busto del Santo, di marmo pario (un marmo bianco pregiato proveniente dalle cave dell'isola di Paros in Grecia; è ritenuta da molti la più antica statua del cristianesimo. A questa statua è legata una leggenda popolare, ritenuta, però, dagli abitanti del luogo come un vero ed inspiegabile prodigio: Pozzuoli fu invasa dai Saraceni, i quali, nel saccheggio, commisero i più atroci atti di vandalismo anche nella chiesa, tagliando nettamente il naso a San Gennaro, gettandolo, poi, in mare.
-) Accadde che, qualche anno dopo, alcuni pescatori, nel tirare a riva la loro rete con molta fatica, ritenendola carica di pesci, ebbero l'amara sorpresa di vederla vuota e di aver pescato soltanto un piccolo pezzo di marmo. Molto arrabbiato, uno dei pescatori lo lanciò di nuovo in mare e tornarono a pescare: ma ebbero la stessa precedente avventura; molto arrabbiati, gettarono ancora più lontano quel pezzo di marmo, tornando nuovamente alla loro attività. Nulla da fare: la rete, sempre più pesante da tirare a riva, per la terza aveva trattenuto tra le sue maglie quel piccolo pezzo di marmo bianco. Impauriti e sbalorditi, mostrarono quanto era stato pescato al parroco del luogo, raccontandogli nei minimi particolari quanto fosse successo; il parroco comprese subito cosa fosse quel pezzetto di marmo e, rivoltosi ai pescatori, spiegò loro euforicamente che avevano ritrovato il naso di San Gennaro; li invitò, quindi, a riportarlo in chiesa, unendosi a loro una folla immensa come se fosse una processione.
-) Un secondo prodigio avvenne nella stessa chiesa subito dopo: uno dei pescatori, nell’avvicinarsi alla statua di San Gennaro reggendo tra le mani il pezzetto di marmo, una forza irresistibile glielo strappo dalle mani e si collocò miracolosamente al suo posto, senza la necessità di usare mastice o altro tipo di collante, mantenendosi fisso e stabile ancora ai giorni nostri.
-) Altro miracolo: durante il periodo della peste a Pozzuoli, e non solo, in cui morì gran parte della popolazione, fu deciso di portare in processione, dalla solfatara all’anfiteatro, la statua di San Gennaro nella speranza che facesse il miracolo e ponesse fine alla pestilenza . Avvenne che, sin dall’inizio della processione, sul collo del Santo apparve una macchia giallastra abbastanza evidente, che, strada facendo, si ingrandì sempre di più fino a che, arrivati all’anfiteatro, diventò grande come una pesca, assumendo la forma del bubbone pestilenziale. Ad un tratto, si squarciò emanando nell’aria un odore di bruciato, lasciando sul collo della statua soltanto quella macchia giallastra, apparsa sin dall’inizio della processione, che è visibile ancora oggi. San Gennaro aveva preso su di sé la peste ed aveva liberato la popolazione di Pozzuoli da quella terribile pestilenza.
-) Poco lontano dalla solfatara di Pozzuoli, luogo della decapitazione di San Gennaro, per gran volere dei puteolani e dei napoletani, fu costruita una chiesa dedicata al Santo martire, cinque anni dopo la sua morte, inglobando un antico oratorio, sorto nel 316. Nella seconda cappella laterale a destra di questa chiesa, in un’apposita nicchia incavata nel muro, è venerata una pietra su cui sono evidenti alcune gocce di sangue: c’è chi dice che quello è sangue lasciato volutamente da San Gennaro, altri che sostengono che sia la stessa pietra su cui è avvenuta la decapitazione del Martire, altri ancora sostengono che sia il sangue gocciolato dalle mani della pia donna mentre lo raccoglieva nelle ampolle pervenute, poi, fino a noi. Per i cristiani, e soprattutto per i fedeli di San Gennaro, è vera anche l’iscrizione posta sulla pietra in questione: “Locum decullationis Sancti Januarii ed Sociorum eius”.