Napoli Chiesa della Trinità Maggiore o del Gesù Nuovo
La chiesa sorge sull’omonima Piazza del Gesù Nuovo e nei pressi di Port’Alba, la Porta Reale voluta dagli Angioini. La sua realizzazione, piuttosto interessante e coinvolgente, avvenne nel lasso di tempo tra il 1584 ed il 1601, con la trasformazione dell’antico Palazzo dei Sanseverino, principi di Salerno.
Il Palazzo, fu realizzato nel 1470, per volontà di Roberto Sanseverino, dall’architetto Novello da San Lucano, nativo di San Severo Lucano (PT), molto attivo a Napoli dove rimase fino alla morte. Ad Antonello Sanseverino, figlio e successore di Roberto, in contrasto con gli Aragonesi, furono requisiti il Palazzo ed i suoi averi; Roberto, il figlio di quest’ultimo, riuscì ad ottenere il perdono dei regnanti ed a rientrare in possesso del Palazzo avito.
Con Ferrante Sanseverino, ultimo dei principi di Salerno, il Palazzo divenne molto più famoso per il suo incantevole giardino e le sue pitture e per aver ospitato Carlo V d’Asburgo (re di Spagna con il nome di Carlo I), accolto, al ritorno dalle sue gesta africane, con una festa molto sfarzosa ed appariscente, rimasta impressa per lungo tempo nella mente dei napoletani.
Ma anche Ferrante uscì dalle grazie degli Spagnoli, quando, nel 1547, si schierò, animosamente, a fianco del popolo napoletano, che si ribellò ai sovrani Aragonesi che volevano introdurre nella città partenopea l’inquisizione spagnola. Nonostante l’esito della ribellione fu positivo, scongiurando questa disgrazia per Napoli, Ferrante fu costretto ad esiliare in Francia e, come accadde al suo predecessore, gli furono requisiti tutti i beni e soprattutto il suo sontuoso palazzo, che, nel 1584, Filippo II d’Asburgo, re di Spagna e re di Napoli e Sicilia, vendette ai padri Gesuiti.
La chiesa, quindi, fu realizzata su progetto degli architetti e padri gesuiti Giuseppe Valeriano, nativo dell’Aquila, e del senese Pietro Prevedi; il tempio ha la forma di croce a “T” o del “Tau” greca, a tre navate, con l’interno ricoperto da splendidi marmi da quadri dei più importanti artisti dell’epoca, come Bruno Giordano, Jusepe de Ribera detto lo Spagnoletto, Bernardino Siciliano, Francesco Solimena. La chiesa custodisce il corpo di san Giuseppe Moscati, medico beneventano vissuto a Napoli, dove mette a disposizione dei poveri e dei sofferenti la sua professionalità e l’attività di medico, aiutandoli anche economicamente; muore a Napoli a soli 47 anni, nel 1927.
Papa Giovanni Paolo II, nel 1987, procede all’ufficiale canonizzazione di Giuseppe Moscati (è una dichiarazione di santità da parte della Chiesa per una persona deceduta); a Napoli, e non solo, è tra i Santi più popolari del ventesimo secolo.
Due curiosità tratte da wikipedia – chiesa del GESU’ NUOVO :
a) “Il mistero dei segni sul bugnato: dalla leggenda alla decifrazione”
“ Nel Rinascimento esistevano a Napoli alcuni maestri della pietra che si credeva fossero in grado di caricarla di energia positiva per tenere lontane le energie negative. Gli strani segni incisi che si riconoscono sulla facciata ai lati delle bugne a punta di diamante” (disposti in modo che sembrasse si ripetessero secondo un ritmo particolare che lasciasse intuire una “chiave” di lettura occulta) hanno dato luogo ad una curiosa leggenda.
La leggenda vuole che chi fece edificare il palazzo (che a questo punto bisogna presupporre sia stato Roberto Sanseverino), avesse voluto servirsi in fase di costruzione di maestri pipernieri che avevano anche conoscenza di segreti esoterici (segreti tramandati solo oralmente e sotto giuramento dai maestri agli apprendisti), capaci di caricare la pietra di energia positiva. I segni misteriosi graffiti sulle piramidi della facciata, secondo la leggenda, avevano a che fare con queste arti magiche o conoscenze alchemiche.
Essi dovevano convogliare tutte le forze positive e benevole dall’esterno verso l’interno del palazzo. Per imperizia o malizia dei costruttori, queste pietre segnate non furono piazzate correttamente, per cui l’effetto fu esattamente opposto: tutto il magnetismo positivo veniva convogliato dall’interno verso l’esterno dell’edificio, attirando così ogni genere di sciagure sul luogo.
Questa sarebbe la ragione per cui nel corso dei secoli tante sventure si sono abbattute su quell’area: dalle confische dei beni ai Sanseverino, alla distruzione del palazzo, dall’incendio della chiesa, ai ripetuti crolli della cupola, alle varie cacciate dei Gesuiti, e così via.”
b) “Dal 1976 al 1984, in Italia circolava la banconota da lire 10.000 chiamata “Machiavelli” (per il volto del letterato che caratterizzava il dritto della banconota). Sul rovescio figurava invece (seppure compressa per ovvi motivi di spazio) parte della facciata a bugne della chiesa del Gesù Nuovo, e – al di sopra della cifra di valore – la parte inferiore della barocca Guglia dell’Immacolata che caratterizza l’omonima piazza.
Nella seconda guerra mondiale, durante un bombardamento aereo, una bomba cadde proprio sul soffitto della navata, ma miracolosamente senza esplodere. La bomba inesplosa oggi è esposta all’interno.”