Natuzza Evolo – Il dono della bilocazione e delle sudorazioni ematiche.
Il dono della bilocazione le ha dato la possibilità di essere presente anche a centinaia di chilometri di distanza; tante volte, elle case visitate, appariva anche con un aspetto reale e spesso produceva anche delle azioni fisiche con una modificazione dell’ambiente o con una disposizione diversa degli oggetti della casa.
Alcune volte ha emanato intensi profumi, sentiti anche a distanza di tempo oppure a molta distanza da lei; hanno emanato profumi anche gli oggetti da lei toccati ovvero da lei solo pensati: era il cosiddetto “profumo mistico”.
E’ stata soggetta molto spesso a sudorazioni ematiche, che le comparivano inspiegabili sia dal punto di vista scientifico che naturale, trasformandosi in perfette emografie (che, a distanza di tanti anni, sono ancora perfettamente intatte) su fazzoletti, su bende, su indumenti e sul proprio corpo: sono disegni ed immagini sacre, testi di preghiere e salmi in lingua italiana, francese, inglese, tedesco, latino, greco, aramaico ed ebraico.
Accadde una volta che, alla presenza di medici, esperti, studiosi, ecclesiastici, curiosi ed atri, le fu passato un fazzoletto pulito sul volto per assorbire il sangue che le trasudava; incredibile a vedersi ed a credersi: il sangue scorreva lungo le pieghe del fazzoletto, cominciando a formare alcune forme di scrittura ed a disegnare; vennero fuori scritte, simboli, il volto di Gesù, croci e quant’altro.
Erano, quindi, fenomeni naturali e di una certa frequenza; ma i più straordinari che Natuzza viveva, con grandi sofferenza e patimenti fisici perché le comparivano ulteriori stimmate oppure si ingrossavano quelle esistenti con gran rigonfiamenti delle parti e sanguinamento, erano quelli dei giorni della “Passione di Gesù Cristo”, in particolar modo del “venerdì di Pasqua” , giorno in cui venne compiuta la crocifissione di Gesù.
Chi l’ha vista afferma che, durante la “Via Crucis” , Natuzza ha avuto mani e piedi ricoperti di piaghe, il cuore fortemente palpitante, ansimante era il suo respiro, tossiva contorcendosi su se stessa; ma, nonostante ciò, pregava incessantemente e ringraziava il dolce Gesù. Alla fine emetteva spasimi e respiri di morte ed abbracciata ad un lungo silenzio accettava con gioia la sofferenza che il Signore le aveva riservato e fatto dono perché sua eletta.
Molto spesso le era capitato di effettuare guarigioni portentose con la semplice preghiera, incessante e molto intensa, oppure di poter parlare lingue straniere, sconosciute ai presenti e soprattutto a lei.
Era una donna molto umile e semplice ed un episodio, molto sentito, sconvolse la vita della povera mistica di Paravani: fu nel 1940, quando il vescovo di Mileto Paolo Albera trasmise a padre Agostino Gemelli una documentazione molto dettagliata degli episodi straordinari (che il vescovo definisce “stranezze”) vissuti da Natuzza.
Padre Gemelli non tardò a dare la sua risposta affermando che non si trattava di misticismo, ma di affezione da “sindrome isterica”, invitando persino i sacerdoti a consigliare alla popolazione a disinteressarsi del caso, anche perché tale disinteresse avrebbe favorito una veloce guarigione della giovane Natuzza; poco dopo ne dispose finanche il ricovero in manicomio a Reggio Calabria, in cui restò rinchiusa per tre mesi.