Isola del Gran Sasso d’Italia – Brevi Cenni storici

Gli Isolani, questo è il nome degli abitanti, abitano in un ridente Comune di poco oltre i 5.000 abitanti, con un’altitudine di 415 metri s.l.m., in  provincia di Teramo, nella Regione Abruzzo, nella storica Valle Siciliana del Gran Sasso d’Italia.

Il loro patrono è San Massimo, che viene festeggiato nella prima domenica di maggio.

Per avere qualche notizia storica documentata che riguarda il nome del Comune bisogna attendere al dodicesimo secolo, quando nel 1115 il Conte Attone, ha in beneficio il Feudo del Castello di Isola da parte del vescovo della città di Teramo; cinque anni dopo i benefici passano nelle mani dell’illustre lignaggio dei Conti di Pagliara – famiglia originaria del Comune di Penne - (De Palla Aurea che cambia in Palearia ed ancora in  Pallaria ed infine in Pagliara), a cui appartiene anche San Bernardo, vescovo di Teramo, e sua sorella Santa Colomba, già titolari di altro feudo con altro castello sopra Isola.

Dopo varie vicende e matrimoni con i membri femminili dei Pagliara, la famiglia dei principi Orsini di Roma si affaccia alla cronaca per il possesso del feudo di Isola e vi riesce definitivamente nel 1340, quando Maria Soliaco, già membro della famiglia degli Orsini, sposa Napoleone Orsini.

Non mancano colpi di scena per il dominio del feudo, fino a quando, nel 1526,  il possesso è affidato al re Carlo V d’Asburgo, re di Spagna ed Imperatore del Sacro Romano Impero, il quale conferisce l’assegnazione dell’intera zona della Valle Siciliana al Conte (o marchese) e capitano dell’esercito spagnolo don Ferrante Alarçon y Mendoza, premiandolo per i grandi risultati e prestigiosi servizi riportati in guerra.

La famiglia dei Mendoza governa per lunghissimo tempo l’intera vallata fino a quando Giuseppe Napoleone Bonaparte, nominato, nel 1806, re di Napoli dal fratello Napoleone, con apposite leggi eversive della feudalità del 2 agosto dello stesso anno, abolisce per sempre il sistema di feudalità nel Regno di Napoli.

Di lì a poco, e siamo agli inizi degli anni venti del 19° sec., il Comune di Isola vive un nuovo suo periodo con la nascita della società segreta della Carboneria, con oltre cinquanta affiliati, tra cui personaggi molto illustri all’epoca.

Poco meno di un quarantennio, cioè dopo l’Unità d’Italia, ancora il Comune di Isola, con l’intera Valle Siciliana, si ritrova di fronte ad uno scenario ben diverso passando da una lotta a sfondo politico e sociale a combattere una forma di banditismo caratterizzata da azioni violente a scopo di rapina ed estorsione : a combattere il fenomeno del Brigantaggio.

La popolazione dell’intera zona vive quotidianamente nel terrore e nella paura più totale per i cruenti e violenti scontri armati tra i reparti di repressione delle milizie regie e le bande dei briganti, che vivono di quel solo pane, capeggiate da due pericolosi capibanda:

-) Bernardo Stramenga di Villa Passo –  frazione del Comune di Civitella del Tronto – Teramo – autonominatosi capitano – qualcuno lo ha definito anche patriota. Viene arrestato nel giugno del 1863  dalle truppe francesi di Roma, dove pensa  di poter trovar rifugio dopo l’ultimo sanguinoso scontro armato contro le truppe italiane.

Viene processato e condannato per “banda armata” dal Consiglio di Guerra Francese, restando in  carcere per cinque anni ospite nelle prigioni cisalpine.

Dopo aver scontato la sua pena, obbligato dal governo francese a non poter tornare  nel Regno d’Italia ed a non avere più alcun contatto con la propria famiglia, vive il resto della sua vita in  latitanza all’estero, forse anche in America Meridionale.

Solo nel 1879 il suo paese natio conosce dalle autorità della città di  Marsiglia la data della sua morte: l’8 novembre 1878.

-) Angelo Florj locale di Isola, autonominatosi comandante della sesta compagnia realista, ma seminava dappertutto terrore lasciando dietro di sé grosse scie di sangue.

Tenta più volte di conquistare anche il paese che gli ha dato i natali, ma gli Isolani non ci stanno e sanno come tener lontano un sanguinario brigante di tale specie dalle proprie tre porte cittadine ben fortificandole di notte e ben sorvegliandole di giorno.

Sua compagna fedele, e forse anche nella vita, è Cianella, al secolo Lucia Cardi, una donna forte e tenace, che cavalcava con scioltezza ed agilità, adoperava il fucile al pari di un uomo, cose queste che le valgono il comando di un gruppo di uomini della banda a cui appartiene.

Angelo Florj muore a Cesa di Francia – una frazione del comune di Isola – ucciso a tradimento da un suo compagno di scorribande.

Il Comune assume l’attuale denominazione di Isola del Gran Sasso d’Italia nel 1863.